Il 22 febbraio, a Roma, presso lo spazio espositivo e showroom di Gaggenau, storica azienda tedesca di elettrodomestici di altissima qualità, è stata inaugurata la mostra Deep Blossom. È solo un fiore?. La rassegna presenta al pubblico la prima personale del maestro della fotografia Ingar Krauss, noto per le sue celebri nature morte “velate a olio”, ed è curata con elegante armonia da Sabino Maria Frassà. L’evento romano, organizzato in collaborazione tra Gaggenau e Cramum, un progetto non profit che sostiene le eccellenze artistiche, inaugura il programma culturale 2024 delle due importanti realtà.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
Krauss, fotografo autodidatta nato nella Berlino Est e clamoroso quanto inaspettato vincitore nel 2004 del prestigioso Leica Prix, è oggi uno dei più innovativi e ammirati artisti al mondo, noto per l’uso dell’antica tecnica fiamminga della velatura a olio, ripresa con moderna maestria.
Con la sua raffinata fotografia, difende la bellezza del “piccolo”, dell’autentico e dell’intimo, in contrasto con la tendenza contemporanea al grande formato. La sua arte va oltre il mero trasferimento di immagini su carta, diventando una riflessione sull’essenza stessa dell’artista, “un regista che guida i fiori come attori su un palco”, un deus ex machina.
Dopo un’attesa decennale, Krauss torna a Roma per la prima mostra personale, che si annuncia come un evento culturale unico. Essa propone ai visitatori un profondo esame sull’essenza della bellezza naturale, offrendo l’opportunità di immergersi nelle nature morte che hanno reso celebre l’artista-fotografo tedesco a livello internazionale, nonché un percorso introspettivo nell’intimità di sé e nella magia del mondo che ci circonda.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
Le opere, parte di un corpus cui Krauss lavora dal 2007, saranno esposte a Roma fino al 24 luglio. Esse rappresentano scatti analogici stampati in bianco e nero, successivamente trattati con la tecnica della velatura a olio, ripresa dai grandi maestri fiamminghi del Seicento. Nella suggestiva sede romana di Gaggenau, si presentano custodite in teche lignee realizzate dallo stesso artista, sottolineando la fusione tra arte e artigianato, tra visione e materialità.
Il risultato è un’immagine quasi scultorea, ma al contempo eterea, che non può che incantare lo spettatore, invitandolo a riscoprire con meraviglia ciò che lo circonda. La mostra, infatti, trae ispirazione dalla natura circostante la casa di campagna di Krauss, al confine con la Polonia, il suo rifugio prediletto, dove semplici fiori del giardino diventano i protagonisti di un sogno catturato attraverso l’obiettivo fotografico.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
Questi elementi naturali, trasformati dalla luce radente e dalla tecnica della velatura, evocano emozioni che trascendono il tempo e lo spazio, invitando il visitatore a una riflessione profonda sul significato della bellezza e della vita stessa. Proprio la luce è protagonista nel percorso espositivo, quasi un’ossessione per il fotografo tedesco: “le immagini di fiori quasi fungono da pretesto per esplorare la complessità della realtà circostante che emerge grazie alla luce ‘caravaggesca’ sempre radente”. Questo mix di tecnica fotografica e luce naturale porta la ricerca visiva dell’artista a trascendere la bidimensionalità per abbracciare una prospettiva multidimensionale. Anche la scelta del fiore di campo, d’altro canto, non è banale: rappresenta un invito a ricercare la profondità e la sacralità anche nelle piccole cose di tutti i giorni, una vera e propria filosofia di vita.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
Queste immagini essenziali, raffinate e sospese di Krauss si integrano con profondo equilibrio con gli elementi minimali di design di Gaggenau, trasformando lo spazio espositivo in una vasta oasi di serenità al di là del tempo e del rumore urbano.
Il parallelismo con la ripresa della tradizione secolare dei metalli provenienti dalla Foresta Nera, oggi fuso armoniosamente da Gaggenau con le tecnologie più moderne – evocato da Mistral Accorsi, brand manager della stessa – è quasi inevitabile.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
Come spiega Sabino Maria Frassà, curatore dell’esposizione romana: “Questa mostra coglie uno degli elementi fondamentali dell’arte di Ingar Krauss: il suo modo di guardare e condividere una visione alternativa del mondo: siamo sicuri di star guardando un semplice fiore? Le nature morte di Krauss rappresentano, infatti, una filosofia di vita, un richiamo a riconoscere la ‘profondità’, la magia e la ‘sacralità’ delle piccole cose. Di fronte a queste immagini, abbandoniamo ogni tentativo di interpretazione razionale del reale e ci lasciamo trasportare in una meravigliosa fioritura di emozioni al di là del tempo e dello spazio. È la magia dell’arte più autentica, creata non per il mercato, ma per una necessità: questa nuova materia fatta di luce, natura e immagine è la voce di un artista tanto schivo e riservato quanto immenso nella capacità di portare avanti la fotografia nella contemporaneità”.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.
In conclusione, la incantevole Deep Blossom si rivela essere molto più di una semplice mostra fotografica: è un’esperienza immersiva che esplora la connessione tra arte, natura e tecnologia, riflettendo la filosofia di Gaggenau e la missione di Cramum nel promuovere un nuovo approccio alla bellezza e al design.
Ingar Krauss, con la sua arte, invita a una profonda riflessione sulla contemporaneità e sulla capacità dell’arte di rivelare nuove dimensioni della realtà, rendendo l’esposizione appena inaugurata un evento imperdibile per chi cerca ispirazione e bellezza nel cuore di Roma.
Foto: ©Francesca Piovesan / Courtesy Ingar Krauss, Gaggenau e Cramum.