Si chiama INNESTO il progetto vincitore del concorso internazionale “C40 Reinventing Cities” per l’area dello scalo ferroviario Greco-Breda a Milano. Il progetto si è classificato primo al bando internazionale che ha coinvolto a livello mondiale 14 città e 31 siti differenti, accomunati dal tema della rigenerazione urbana resiliente a emissioni quasi zero.
INNESTO si presenta come un sito urbano contemporaneo in cui sperimentare nuove strategie di sostenibilità, dell’innovazione tecnologica e dell’economia circolare per la città di Milano. Tre sono gli obiettivi individuati dal Team: lo sviluppo del tema di Housing Sociale Zero Carbon; la gestione resiliente delle risorse naturali e degli spazi della comunità; la creazione di una Human Adaptive Zone dal cuore agricolo.
Vista aerea del masterplan, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
L’area interessata dal progetto di rigenerazione è ampia circa 62.000 mq e si compone di tre macro-parti: l’ex scalo ferroviario accanto alla stazione Greco-Pirelli, un’area verde su via Breda e un binario dismesso che si affaccia a ovest sul quartiere Bicocca.
Sezione urbana del progetto, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
Il Masterplan del progetto è stato sviluppato dallo studio milanese di architettura Barreca & La Varra e da Arup Italia. Esso prevede l’occupazione dell’area per circa il 72% da aree verdi attrezzate e superfici filtranti (ossia aree prive di costruzioni nel sottosuolo), con l’introduzione di 700 nuovi alberi. Tra le aree verdi, si distinguono orti privati e didattici, un frutteto, serre e un giardino comunitario.
Orti, giardini privati e residenza universitaria, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
La zona residenziale si compone di 400 alloggi con destinazione housing sociale, mentre 300 sono i posti letto per gli studenti della metropoli. L’offerta abitativa ha un obiettivo preciso: attrarre persone pronte a mettersi in gioco adeguando i propri stili di vita al fine di raggiungere nuovi livelli di sostenibilità ambientale.
Il primo passo è la realizzazione di edifici Nearly Zero Energy Buildings (NZEB) – vedi articolo – integrati con sistemi costruttivi e tecnologici prefabbricati, caratterizzati da materiali a bassa energia incorporata, a bassa carbon footprint e facilmente smantellabili e riciclabili una volta giunti a fine vita. INNESTO prevede infatti una ottimizzazione degli spazi e dei processi costruttivi, consentendo una nuova flessibilità degli spazi abitativi e scelte tecnologiche legate all’industrializzazione del prodotto edilizio.
Il bilancio della CO2 prende in esame un periodo di 30 anni per raggiungere un bilancio pari a zero lungo il ciclo di vita complessivo dell’area di progetto.
La piazza di accesso alla stazione, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
Sostenibilità ambientale vuol dire anche riduzione degli sprechi nel consumo di risorse. Per questo, una gestione sostenibile del ciclo dell’acqua è contemplata in INNESTO, attraverso la minimizzazione del consumo di acqua potabile del 30%, il riutilizzo completo dell’acqua piovana e il trattamento in loco del 15% di acque nere. Inoltre, il progetto si dota di impianti atti a ridurre il consumo di fonti di energia non rinnovabili, grazie a un sistema di teleriscaldamento di quarta generazione alimentato da fonti di energia rinnovabili.
INNESTO si pone come obiettivo anche l’implementazione della mobilità sostenibile urbana, attivando nuovi trasporti pubblici urbani, servizi di bike sharing, car sharing e auto di quartiere, riducendo così il tasso di motorizzazione, la conseguente emissione di polveri sottili e gas serra in atmosfera.
La corte del Community Garden, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
L’obiettivo Zero Carbon di INNESTO viene raggiunto unitamente a proposte aventi come scopo l’implementazione della riduzione di emissioni GHG nelle soluzioni metropolitane. Tra le principali si distinguono: l’insediamento di un Circular Economy District promosso e gestito da Cariplo Factory; la creazione dell’Innovation Hub CED avente come obiettivo lo sviluppo e la sperimentazione di modelli innovativi di produzione, consumo e stili di vita, orientati alla circolarità attraverso l’attivazione della comunità; l’insediamento di un Community Food Hub; la gestione di una Urban Farming.
Scorcio del Community Food Hub e degli spazi pubblici centrali, ©Barreca & La Varra, Wolf Visualizing Architecture.
“Il gruppo di lavoro guidato da Fondo Immobiliare Lombardia (FIL) ha visto la collaborazione attiva dei gestori delle reti come A2A Calore e Servizi, delle principali organizzazioni impegnate nello sviluppo di progetti sociali (Delta Ecopolis, In-Domus, EStà, Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, AIM, Arimo, Future Fond, Fungo Box, The Circle, Peverelli, Nazca Mondoalegre) ai quali si sono uniti prestigiosi atenei e centri di ricerca e di innovazione (Politecnico di Milano con il Professor Mario Motta, centro di ricerca TEBE – Technology Energy Building Environment – del Politecnico di Torino con il Professor Marco Filippi, Cresme Ricerche Spa, Cariplo Factory, Intesa San Paolo Innovation Center, Planet Idea), tutti soggetti singolarmente impegnati in progetti focalizzati nella creazione di nuovi modelli per l’abitare sostenibile, sia dal punto di vista energetico che sociale. Tale gruppo di lavoro è stato affiancato da un Team di professionisti internazionali di altissimo livello (Arup, Stantec, Barreca & La Varra, Mobility In Chain, Ariatta, Starching, Borlini & Zanini SA) e da un’impresa di costruzione e produzione di tecnologie costruttive innovative (Wood Beton)”.