Inaugurata il 6 aprile, è in corso, fino al 22 ottobre 2023, presso il Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana, la mostra fotografica WHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princen. Promossa dall’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana, la rassegna ticinese presenta una selezione di lavori di Aglaia Konrad (Salisburgo, 1960), Armin Linke (Milano, 1966) e Bas Princen (Zeeland, 1975), tre protagonisti della scena fotografica internazionale, che operano con la fotografia attraverso modalità e approcci diversi.
Aglaia Konrad, Shaping Stones (Grande Dixence, 2012). Stampa digitale su carta in bianco e nero ©Courtesy Aglaia Konrad and Gallery Nadia Vilenne.
Il progetto espositivo, curato da Francesco Zanot, è stato ideato e pensato per gli spazi “semicircolari” del Teatro dell’architettura – che, progettato da Mario Botta, tra il 2005 e il 2017, presenta un diametro di 27 metri, con una superficie di circa 3.000 mq – ed esplora il rapporto articolato tra architettura e fotografia, ma anche (e soprattutto) quello tra lo spazio rappresentato dalla fotografia e lo spazio espositivo, il contesto in cui viene manifestata al pubblico.
Armin Linke, G8 summit, Genova, Italia, 2001. Stampa cromogenica ©Armin Linke 2023, courtesy Vistamare Milano / Pescara.
L’obiettivo della mostra è quello di “mettere in discussione la funzione documentaria della fotografia, intesa qui come un dispositivo che contemporaneamente registra e trasforma la realtà, e ne contraddice al tempo stesso la concezione di immagine bidimensionale, esplorandone la materialità, il corpo, la presenza”. Scattate dai tre autori, in paesi, situazioni, modalità e propositi differenti, le circa 50 opere fotografiche esposte sono trattate come oggetti che, oltre ad avere un rapporto intrinseco con lo spazio dell’inquadratura, intentano di stabilire anche una relazione con lo spazio espositivo, nel caso specifico, quello predisposto dal Teatro dell’architettura Mendrisio.
Bas Princen, Detail #4 (Le Stryge, Anonymous cyanotype aprox 1860, collection CCA, Montreal), 2018. Stampa incorniciata a getto d’inchiostro su carta di riso, 212 x 160 cm, Scala 17 : 1.
Infatti, la narrazione grafico-compositiva e quella contenutistica della rassegna si rincorrono lungo i due piani del Teatro, in cui i gruppi di immagini di Konrad, Linke e Prince sono intervallati tra di loro affinché formino un unico insieme espositivo, dinamico e interattivo, composto da immagini-oggetti, grandi e più piccoli, incorniciati, incollati, stampati su carta di riso, suddivisi in trittici, appesi in alto o più in basso, distanziati e non dalle pareti, per creare un’ombra più o meno accentuata sulle superfici curve dello spazio espositivo.
Aglaia Konrad, Shaping Stones (Madrid, 2009). Stampa digitale su carta in bianco e nero ©Courtesy Aglaia Konrad and Gallery Nadia Vilenne.
Aglaia Konrad presenta inquadrature ravvicinate di porzioni di edifici, dighe e altre superfici, che ci vengono restituite attraverso la serie fotografica Shaping Stones (Pietre da modellare), unite dalla forte presenza materica, oltre che dalla stampa in bianco e nero e dal grande formato; invece, Armin Linke propone una selezione delle sue fotografie, mischiate in modo da formare una nuova narrazione esule dal contesto di produzione originario, incorniciate ed esposte in maniera “ritmica”, non convenzionale; infine, Bas Princen fotografa altre rappresentazioni, dettagli di dipinti, oggetti e fotografie, che vengono stampate su speciali carte giapponesi per conferirgli un certo rilievo scultoreo, convertendole, di fatto, in nuove e originali immagini autonome.
Armin Linke, Wittgenstein House, Vienna, Austria, 2000. Stampa cromogenica ©Armin Linke 2023, courtesy Vistamare Milano / Pescara.
Il titolo della mostra è un omaggio all’omonimo saggio del neuroscienziato, biofisico, biologo molecolare britannico Francis Crick (1916-2004), che, in What Mad Pursuit (1988), scriveva: “In natura le specie ibride sono generalmente sterili, ma nella scienza è spesso vero il contrario. I soggetti ibridi sono molte volte eccezionalmente fertili, mentre se una disciplina scientifica rimane troppo pura è destinata a deperire”.
L’esposizione ticinese non si sofferma sulla superficie delle fotografie, perché le immagini esposte allestiscono lo spazio, cercando di sviluppare nuove intersezioni, interazioni, sovrapposizioni, reazioni e interferenze.
Bas Princen, Detail #2 (Progress of the Chrystal Pallace, London, P.H. Delamotte, Albumen silver print, 1855, collection CCA, Montreal), 2017. Stampa incorniciata a getto d’inchiostro su carta di riso, 212 x 150 cm, Scala 16 : 1.