“Volevo fare l’artista, volevo fare le belle fotografie, ma, vedendo quelle immagini (quelle della fotografia sociale americana degli anni ’30 del ’900, soprattutto degli autori di “Life” e della “Farm Security Administration”, ndr), ho capito che esisteva un altro modo di fare foto e che a me, in fondo, non interessava diventare artista, ma piuttosto giornalista: uno che racconta la realtà”.
Gianni Berengo Gardin, Treno Roma-Milano, 1991 ©Gianni Berengo Gardin / Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia.
È infatti una narrazione, una fotografia di documentazione sociale, culturale e anche paesaggistica, quella che ci accompagna tra i quasi 200 scatti esposti nel Salone del Parlamento e nelle sale della Galleria d’Arte Antica del Castello di Udine, testimonianza di oltre 70 anni di sguardi sulla realtà delle città e delle province italiane, dal secondo dopoguerra a oggi. Il viaggio attraverso l’Italia tocca la geografia privata del fotografo – Venezia, Milano – e altre città in cui la sua professione l’ha portato per documentare luoghi di lavoro – industriali, quali Alfa Romeo, Fiat, Pirelli, Olivetti, ma anche agricoli come le risaie piemontesi – campi rom e ospedali psichiatrici, con uno sguardo che è descrizione e insieme denuncia, per il solo fatto che include nell’indagine fotografica temi precedentemente sconosciuti o ignorati.
Gianni Berengo Gardin, Taranto, 2008 ©Gianni Berengo Gardin / Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia.
Un mestiere, quello di Berengo Gardin, che ha fornito un importantissimo contribuito nel registrare la realtà e le trasformazioni della nostra epoca, ritraendo sempre, come tema centrale, la fortissima relazione tra persone e luoghi, ma ricercando e cogliendo anche dialoghi tra reale e immaginario, essenzialità e complessità, compresenza istantanea di molteplici livelli di lettura.
Le immagini in mostra sono organizzate per anni, luoghi e temi, creando così continui lampi e rimandi tra i tre termini. Motivo ricorrente è Venezia – città originaria della famiglia di G.B.G. e in cui il maestro stesso ha vissuto e si è formato come fotografo – ritratta decenni fa nei suoi aspetti più intimi e quotidiani, con i suoi ritmi sospesi e poetici, e poi, più recentemente, nel 2013, con le immagini spiazzanti delle Grandi Navi che irrompono nelle visioni, negli equilibri e nelle scale percettive del paesaggio veneziano.
Gianni Berengo Gardin, Una grande nave in bacino San Marco, Venezia, 2013 ©Gianni Berengo Gardin / Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia.
Una sala della mostra è dedicata all’esposizione delle copertine di oltre 200 libri fotografici realizzati da Berengo Gardin nel corso della sua carriera.
L’esposizione di Udine, a cura di Margherita Guccione del MAXXI e Alessandra Mauro di Contrasto (allestimento dello studio michielizanatta), è l’unica tappa del nord Italia di un percorso, che ha preso avvio al Museo nazionale delle arti del XXI secolo – MAXXI di Roma nel 2022 (qui), per poi spostarsi a Villa Pignatelli a Napoli nel 2023.