Alla fine del mese di luglio, la 44esima sessione del World Heritage Committee ha accolto favorevolmente la candidatura – presentata dal Ministero della cultura della Slovenia e coordinata dal MAO, Museo di architettura e design di Lubiana – per l’inserimento delle opere di architetture facenti parte del fascicolo “The works of Jože Plečnik in Ljubljana – Human Centred Urban Design” nella Lista del Patrimonio Mondiale (World Heritage List) dell’UNESCO.
Così, dopo quelle di Le Corbusier, nel 2016 (qui), e di Frank Lloyd Wright, nel 2019 (qui), anche alcune importanti architetture realizzate dal progettista sloveno Jože Plečnik (1872-1957) entrano a far parte della prestigiosa Lista istituita dalle Nazioni Unite.
Biblioteca nazionale e universitaria. Foto: Matevž Paternoster (2017) ©Museum and Galleries of Ljubljana / Courtesy UNESCO/WHC.
Le architetture di Plečnik, che caratterizzano fortemente il centro urbano della capitale slovena, sono state suddivise in sei “raggruppamenti” urbani:
– Passeggiata verde dal ponte di Trnovo, lungo via Vegova, con la Biblioteca nazionale e universitaria, fino alla Piazza dei Congressi, con il Parco Zvezda (Ponte di Trnovo; via Vegova, piazza della Rivoluzione francese; Biblioteca nazionale e universitaria; piazza dei Congressi con Parco Zvezda);
– Mura romane a Mirje;
– Passeggiata lungo gli argini e i ponti del fiume Ljubljanica (il Molo di Trnovo; il Ponte dei calzolai; il Tre ponti / Tromostovje; il Mercato centrale; la Chiusa);
– Chiesa di San Michele;
– Chiesa di San Francesco d’Assisi;
– “Žale di Plečnik” / il complesso di cappelle mortuarie del cimitero di Žale.
Mappa con le aree inserite nella World Heritage List / Courtesy UNESCO/WHC.
Plečnik fu allievo di Otto Wagner e operò per lunghi periodi a Vienna, Praga (dove, tra l’altro, ricoprì l’incarico di architetto capo per la ristrutturazione del Castello di Praga) e Belgrado, ma è nella sua natia Lubiana dove realizza numerosi e puntuali interventi architettonici e urbanistici atti a ridisegnare il tessuto urbano della città.
Ponte dei calzolai. Foto: Matevž Paternoster (2017) ©Museum and Galleries of Ljubljana / Courtesy UNESCO/WHC.
Le opere costruite miravano a conferire alla città Lubiana – una cittadina all’interno della monarchia asburgica, prima, del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e del Regno di Jugoslavia, poi, nonché capitale della Repubblica di Slovenia, all’interno della Jugoslavia, infine – un volto nuovo, un’identità architettonica “moderna”, adeguata a una città capitale di un popolo orgoglioso delle proprie radici.
Chiesa di San Michele. Foto: Matevž Paternoster (2018) ©Museum and Galleries of Ljubljana / Courtesy UNESCO/WHC.
Gli interventi di Plečnik sono improntati a un profondo umanesimo e ridisegnano una serie di spazi pubblici (piazze, ponti, promenade, parchi, strade) e istituzioni comunitarie (biblioteca nazionale, chiese, mercati, complesso funerario), che, perfettamente integrate nel contesto urbano preesistente, contribuiscono alla nuova identità della città.
Tromostovje. Foto: Matevž Paternoster (2017) ©Museum and Galleries of Ljubljana / Courtesy UNESCO/WHC.