Fra i maggiori tesori d’arte del Rinascimento che Milano possiede, per citarne alcuni, il Cenacolo in Santa Maria delle Grazie, capolavoro di Leonardo da Vinci, la Tribuna della Chiesa di S. Maria delle Grazie, meraviglia architettonica di Donato Bramante, la Pietà Rondanini al Castello Sforzesco, ultima sublime opera di Michelangelo Buonarroti, e tanti altri splendori conservati nelle Pinacoteche milanesi e nei palazzi storici cittadini, si può annoverare anche un’opera unica di Raffaello Sanzio, il Cartone preparatorio della Scuola d’Atene, conservato alla Pinacoteca Ambrosiana, che in questi giorni viene presentato restaurato dopo quattro anni di intensi lavori.
Raffaello (Raffaello Sanzio), Scuola di Atene, cartone, carboncino e biacca bianca, 285 × 804 cm, in Ambrosiana dal 1610 ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Mondadori Portfolio.
Si tratta del più grande cartone rinascimentale (285 x 804 cm) arrivato sino ai giorni nostri interamente realizzato dalla mano di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) come disegno preparatorio della Scuola di Atene, a grandezza naturale, opera che fa parte dei quattro affreschi commissionati nel 1508 a Raffaello da Papa Giulio II per decorare la Stanza della Segnatura in Vaticano.
Il programma allegorico della Stanza della Segnatura prevedeva la rappresentazione dei concetti del Vero, del Bene e del Bello. Raffaello dipinse degli affreschi su ogni parete per ciascuna delle diverse discipline che rendono possibile il raggiungimento dei tre valori universali: le due strade tramite le quali l’uomo può giungere al Vero, ossia a Dio, sono la Filosofia (l’affresco della Scuola di Atene) e la Teologia (affresco della Disputa sul SS. Sacramento); il Bene si può raggiungere tramite la Giustizia (affreschi di Triboniano consegna le Pandette a Giustiniano e Gregoro IX approva le Decretali) e il Bello tramite la Poesia e le Arti (affresco de Il Parnaso).
Raffaello (Raffaello Sanzio), Scuola di Atene (particolare con Platone e Aristotele), cartone, carboncino e biacca bianca, 285 × 804 cm, in Ambrosiana dal 1610 ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Mondadori Portfolio.
Nel Cartone dell’Ambrosiana sono rappresentati i più importanti filosofi dell’antichità, disposti su di una scalinata, al cui livello inferiore sono rappresentati coloro che hanno studiato le discipline matematiche, l’aritmetica, la geometria, l’astronomia e la musica, simboleggiate dai quattro gradini che conducono al livello superiore in cui sono collocati, nel centro prospettico dell’opera, i pensatori che hanno raggiunto i vertici della Metafisica, Platone e Aristotele. Platone (il cui volto ricorderebbe quello di Leonardo da Vinci) tiene la mano destra alzata e indica il cielo, ricordando la propria concezione di una realtà ideale, Aristotele tiene con la mano sinistra il libro dell’Etica e con la destra indica la terra, a mostrare la realtà sensibile.
Ai lati dei due grandi pensatori, sullo stesso gradino, si trovano sulla sinistra, Socrate di profilo circondato dai suoi allievi, Alcibiade, Senofonte, Aristodemo, Critone e Apollodoro. Nell’angolo a sinistra, distaccati dagli altri, i sofisti, Protagora e Gorgia. Dall’altra parte, sulla destra, sullo stesso livello, sono identificabili: Plotino (secondo lo studioso Giovanni Reale), in piedi eretto con mantello, e alcune figure, che, (sempre secondo Reale), rappresenterebbero i cinici con i loro elementi distintivi, il bastone e il mantello.
Raffaello (Raffaello Sanzio), Scuola di Atene (particolare con Pitagora che scrive), cartone, carboncino e biacca bianca, 285 × 804 cm, in Ambrosiana dal 1610 ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Mondadori Portfolio.
All’inizio della scalinata, in basso a sinistra, si trovano i Filosofi presocratici: Epicuro (o Orfeo), coronato di alloro scrive appoggiato a una colonna, con accanto Democrito. A lato si trova Pitagora seduto che sta scrivendo attorniato da un gruppo, tra cui Empedocle, Averroè e tre giovani, che, (sempre secondo Reale), raffigurerebbero le tre età nelle quali si deve insegnare la matematica.
Sulla destra, sempre alla base della scala, spicca, la figura di Euclide (le cui fattezze apparterrebbero a quelle di Bramante) intento a disegnare su di una tavoletta per terra con il compasso, tra gli scienziati della Geometria. Più a destra Tolomeo, che regge il globo terrestre e Zoroastro, che sostiene il globo celeste. Sul livello intermedio, quasi nel mezzo alla scalinata, si colloca Diogene raffigurato sdraiato.
Raffaello (Raffaello Sanzio), Scuola di Atene (particolare con Bramante che disegna), cartone, carboncino e biacca bianca, 285 × 804 cm, in Ambrosiana dal 1610 ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Mondadori Portfolio.
Nel Cartone dell’Ambrosiana manca la configurazione architettonica monumentale all’interno della quale si trovano i personaggi. L’impianto scenografico verrà poi introdotto nell’opera definitiva con una architettura composta da due bracci coperti da grandi volte a botte e uno spazio centrale con cupola, struttura che ricorda la Basilica di Massenzio o la costruzione bramantesca della nuova Basilica di S. Pietro.
Nell’opera affrescata nella Stanza della Segnatura in Vaticano, sono state aggiunte nuove figure: alla base della scalinata, quasi in posizione centrale, Eraclito, quasi sicuramente con la fisionomia di Michelangelo Buonarroti, e sempre all’inizio della scalinata, all’estrema sinistra l’autoritratto di Raffaello con berretto nero.
Raffaello Sanzio, Scuola di Atene, affresco, Stanza della Segnatura in Vaticano ©Governatorato dello Stato della Città del Vaticano – Direzione dei Musei Vaticani, tutti i diritti riservati. Divieto di copia, duplicazione e di ulteriore riproduzione se non sotto esplicita autorizzazione scritta della Direzione dei Musei.
Il capolavoro, diviso in “duoi pezzi di disegno di Raphaele d’Urbino in cartone”, entrò a far parte della collezione di Federico Borromeo Ambrosiana, come prestito dal conte Fabio II Visconti di Brebbia. Nel 1626 fu definitivamente ceduto dalla vedova del conte, Bianca Spinola Borromeo, per la cifra di seicento lire imperiali.
In seguito all’ingresso di Napoleone a Milano, nel maggio del 1796, l’opera venne requisita e portata a Parigi. Tra il 1797 e 1798, al Louvre furono avviati i lavori per il restauro dell’opera. Nel 1815 il Cartone venne consegnato dal Direttore Generale del Louvre alla Commissione austriaca per il recupero delle opere d’arte provenienti dalle regioni italiane di dominio austriaco e nel 1816 fece ritorno all’Ambrosiana. Durante le Prima Guerra mondiale, nel 1918, il capolavoro fu trasferito a Roma per essere protetto dai rischi bellici. Nel 1942 venne messo al sicuro nel caveau della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Nel dopoguerra, il Cartone ritornò alla Pinacoteca Ambrosiana. Nel 1966 fu esposto nell’attuale Sala V, nell’allestimento curato da Luigi Caccia Dominioni.
Nel 2014 la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, per il tramite della Fondazione Cardinale Federico Borromeo, avviò sul Cartone una lunga attività di indagine e opera di restauro conservativo, coordinati da un prestigioso Comitato scientifico composto dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da Esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con la consulenza tecnica di Pinin Brambilla Barcilon, affiancati da docenti di diverse Università italiane.
Intervento di restauro ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Maurizio Michelozzi.
Intervento di restauro ©Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Maurizio Michelozzi.
L’opera, che è stata restaurata sotto la direzione e il coordinamento di Maurizio Michelozzi, viene ora esposta nella sala dedicata al Cartone di Raffaello interamente rinnovata su progetto di allestimento di Stefano Boeri Architetti. Il Cartone è stato inserito in una nuova teca, che si compone di un’imponente lastra di vetro protettivo. Completano l’allestimento gli elementi unici di arredo e apparati didattici e informativi.
Vista della Sala del Cartone di Raffaello, allestimento di Stefano Boeri Architetti. Foto: ©Paolo Rosselli.
Il Cartone preparatorio della Scuola d’Atene restaurato è in mostra alla città e al pubblico internazionale dal 27 marzo 2019 con l’evento espositivo Il Raffaello dell’Ambrosiana. In Principio il Cartone.
Il 6 aprile 2019, giorno dell’anniversario della morte di Raffaello (6 aprile 1520), la Pinacoteca Ambrosiana sarà aperta gratuitamente per celebrare, insieme alla città, il capolavoro restaurato del genio urbinate.