Il libro, che è un ampliamento, quasi interamente riscritto, dell’edizione del 1967 (titolo: Borromini. Architettura come linguaggio), dello stesso autore – tiene conto del dibattito critico e filologico intercorso da quel tempo e per il quale si citano diciotto nomi di studiosi internazionali.
Comprende un corpus di disegni originali, dettagli interpretativi e una cospicua documentazione fotografica, di cui una parte a colori, delle maggiori opere del maestro.
Interno della chiesa di Sant’Agnese a piazza Navona. L’organismo borrominiano della chiesa, portato a termine e decorato da Carlo Rainaldi, Gian Lorenzo Bernini e Giovanni Maria Baratta, ma ancora riconoscibile sotto la ricchissima veste cromatica, rende omaggio alla tradizione bramantesca della cupola impostata sull’ottagono, reinterpretata in termini di accentuata plasticità.
L’autore, già preside della Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, docente alla Sapienza di Roma, progettista, autorevole storico del rinascimento, del barocco, del liberty, dedica il volume a Mario Botta e ai concittadini ticinesi di Bissone, dove Borromini (vero nome Francesco Castelli) nacque nel 1599.
La chiesa di San Carlino. Osservando dal centro l’organismo si rivela nel suo impianto planimetrico e nel suo sviluppo unitario. Cerchi e ovali delle absidi si incatenano attraverso la trabeazione e trovano negli ovali della cupola e della lanterna la loro forma riassuntiva.
Organizza la trattazione in sette capitoli, di scorrevole lettura, ciascuno elegantemente illustrato. Di essi, il primo specifica le amicizie, gli studi e le opinioni dell’architetto; il secondo sottolinea i suoi riferimenti alle culture artistiche classiciste, romaniche, medioevali, rinascimentali e post rinascimentali; i successivi presentano i primi lavori, le architetture della maturità, poi quelle minori (in totale ben oltre 50 opere).
Oratorio dei Filippini, particolare della facciata principale.
Infine, propone un’analisi del linguaggio borrominiano, che comprende considerazioni sui sentimenti da lui espressi con i suoi progetti, sui suoi intenti comunicativi per la comprensibilità delle opere e su figure, forme e temi affrontati, riguardo a luminosità, plasticità, armonia, semplificazione formale; si rivela, di conseguenza, particolarmente interessante nell’offrire approfondite spiegazioni interpretative dei processi compositivi della sua ricerca progettuale.
La cappella Spada in San Girolamo della Carità. La balaustra trasformata in un panno sostenuto dagli angeli.