Un architetto che voglia lavorare in Cina si trova necessariamente a doversi rapportare con le realtà locali chiamate LDI – abbreviazione di Local Design Institutes (a volte dette CDI, Chinese Design Institutes) –, che gli vengono affiancate dalla committenza durante la fase esecutiva di un progetto.
Ma cosa sono esattamente i Local Design Institutes, e come funzionano?
In sintesi, questa sigla viene usata per descrivere le attività professionali che sono abilitate alla firma di un progetto di edilizia sul territorio cinese. A differenza della realtà italiana, dove l’abilitazione viene data al singolo professionista, in Cina essa viene rilasciata ad un’azienda che, per ottenerla, deve dimostrare al ministero competente (Ministero delle Costruzioni, 住建部 zhùjiànbù) di avere nel suo organico un certo numero di impiegati specializzati nel settore richiesto (architetti, ingegneri, impiantisti) ed un sufficiente portfolio di progetti realizzati. Sono solitamente aziende di grandi dimensioni (fino a migliaia di impiegati), e la collaborazione con loro per un progettista straniero è spesso fonte di incomprensioni e problemi, essendo delle realtà inattese e inusuali.
I loghi di alcuni maggiori Local Design Institutes.
Struttura dei Local Design Institutes
Da un punto di vista storico gli LDI iniziano a formarsi nei primi anni ’50 (la Repubblica Popolare Cinese nasce nel 1949), in un clima socialista, quindi non sono enti privati ma pubblici, e i loro dirigenti sono a pieno titolo ufficiali governativi. Spesso gli LDI nascono all’interno delle università, una specie di “braccio esecutivo” degli atenei, dove si insegnano materie inerenti l’architettura e l’ingegneria, e nel corso degli anni hanno indubbiamente giocato un ruolo chiave nel definire l’aspetto della città socialista e nel promuovere la cultura cinese.
Oggi la presenza governativa si è allentata e molti LDI sono stati privatizzati, interamente o parzialmente, ma comunque mantenendo una certa “informale” relazione col mondo politico.
Possono essere divisi in due tipi: quelli che si occupano di architettura civile e quelli che si occupano di architettura industriale, con certificazioni diverse a seconda del loro scopo: ad esempio architettura, pianificazione urbana, indagini geologiche, recupero di edifici storici.
Poster “La Russia è il nostro modello”.
Come lavoriamo con gli LDI?
Lavorare con gli LDI è un obbligo e un rischio.
Obbligo, perché per legge sono le sole entità che possono firmare i disegni costruttivi e i calcoli strutturali. Quindi, a meno di piccole ristrutturazioni o di interni, sono una realtà con la quali si deve collaborare.
Rischio, perché sono di fatto i principali competitor degli studi di architettura indipendenti, avendo dalla loro tre fondamentali vantaggi:
– un certo supporto governativo, anche solo informale, che garantisce prestigio e facilità nel reperire progetti;
– il monopolio sulla firma degli elaborati costruttivi e dei calcoli strutturali, che si traduce anche nel potersi permettere una parcella più economica per la progettazione architettonica;
– le dimensioni ciclopiche, che permettono una “potenza di fuoco” in termini di produzione di elaborati o simili che fanno impallidire un ufficio di piccole-medie dimensioni che fatica anche solo a stare al passo con gli aggiornamenti richiesti dai clienti.
E quindi, noi?
Il principale vantaggio dell’ufficio indipendente, sia esso cinese o non, è stato finora una certa qualità nella progettazione che gli LDI facevano fatica a ottenere. Essendo strutturati come enti pubblici, “geneticamente” erano più portati a una produzione quantitativa e standardizzata che ad una progettazione originale e con soluzioni particolari.
Da questa premessa è nata la formula standard di collaborazione professionale che si è sviluppata negli anni e che ancora oggi si verifica nella maggioranza dei casi: lo studio di architettura si occupa delle fasi iniziali, quindi Concept (概念设计 gài niàn shè jì), Schematic Design (方案设计 fāng àn shè jì ), ed eventualmente Design Development (扩初设计 kuò chū shè jì).
Il Local Design Institute subentra in questa fase per una revisione iniziale, e successivamente si prende carico della stesura e firma dei disegni costruttivi (施工图设计 shī gōng tú shè jì) che verranno usati per la procedura di appalto e per la costruzione.
È chiaro che questo modo di operare comporti per il progettista il rischio di vedere sfumare il suo ruolo in una specie di consulenza artistica, perdendo di fatto il controllo su decisioni chiave come materiali, dettagli costruttivi, decisioni di cantiere. Infine, la qualità progettuale degli LDI è decisamente migliorata nei tempi più recenti come dimostrano i numerosi progetti pubblicati anche su riviste internazionali.
Il Phoenix Center, realizzato da BIAD nel 2015.
Alcuni consigli utili
Alcuni consigli di sopravvivenza per lo studio italiano che, volendo ampliare il suo business in Cina, si venisse a trovare in una collaborazione con un LDI:
– un LDI è composto da diversi dipartimenti, ulteriormente divisi in team che lavorano indipendentemente e che comunicano poco tra loro. Con questa struttura è molto difficile proporre dei cambi in corsa, quindi fate buon uso dei (pochi) meeting di lavoro programmati dove tutti i responsabili (architetto, ingegnere, impiantista) saranno presenti.
– le tempistiche della loro produzione saranno inizialmente sorprendentemente brevi. Per il pacchetto completo di un palazzo di 20.000 metri quadri, una settimana può essere sufficiente. Ma, una volta consegnati i disegni, vi accorgerete che anche solo spostare una finestra sarà un’impresa ardua: questo è dovuto al fatto che il team starà probabilmente già lavorando su di un altro progetto. Quindi è consigliabile una buona supervisione nella fase iniziale, che richiederà da parte vostra un certo allineamento alle tempistiche cinesi: idee chiare, risposte pronte e date rapidamente (solitamente in tempo reale via chat), ed esigere l’invio di bozze per delle verifiche intermedie.
– i dettagli costruttivi applicati dagli LDI sono nel 90% dei casi dettagli molto standard. È indispensabile che soluzioni particolari siano disegnate a priori dal progettista e successivamente discusse e confermate con l’LDI.
– scordatevi l’idea di un file CAD o BIM condiviso. Più realisticamente, quello che capiterà è che il disegnatore dell’LDI inizialmente ricopierà il vostro progetto e poi inizierà a mandarvi i suoi file per un controllo. In Cina lo scambio di file editabili CAD o 3D è abbastanza consueto ed è facilitato dall’infrastruttura internet interna, che è molto veloce ed efficiente. È quindi probabile che vi sia richiesto di condividere anche i vostri file.
– non aspettatevi un risultato di qualità senza dover lottare per esso. Il detto cinese che “bambino che piange di più prende più latte” è sfortunatamente valido anche nel lavoro… a voi le tecniche di pressione che vi sono più consone.
– quando subentra un LDI, di fatto subentra un altro progettista che discuterà con il vostro cliente modifiche o varianti. Avendo lui tutte le responsabilità legali, tenterà di semplificare il progetto per ricondurlo a soluzioni più standard e poco rischiose. Sta a voi l’essere capaci di tenere le redini del progetto.
– la comunicazione avverrà solo e unicamente in cinese… ma giunti o a questa fase del progetto, non dovrebbe più essere una sorpresa!
Gli uffici di CABR (China Academy for Building Research) a Pechino.
In conclusione
Il modus operandi tra gli LDI e architetti indipendenti descritto sopra è in generale valido ancora oggi, anche se la loro oramai trentennale esperienza di confronto con progettisti “di qualità” ha portato gli LDI a creare dei team di progettazione al loro interno capaci di risultati architettonici eccellenti, costituendo ad oggi una discreta minaccia per gli studi di architettura. Basti pensare che tutte le realizzazioni cinesi, anche a firma di progettisti internazionali come il Bird’s Nest di Herzog & de Meuron, l’aeroporto di Fuksas, i grattacieli di Shanghai, sono tutti progetti passati nel “setaccio” di un LDI, che se n’è di fatto incaricato della costruzione.
Inoltre, la loro funzione di mediare le idee di tutto il mondo nel contesto cinese ha alla lunga generato una sorta di expertise tutta particolare, che ha portato al perfezionamento di stili e metodologie professionali che si adattano perfettamente alle esigenze della committenza locale, ponendo quindi gli LDI in una posizione di vantaggio.
Questo non è avvenuto casualmente, ma è stato il risultato di una mossa (ben) pianificata: dobbiamo infatti ricordare che gli LDI si sono sviluppati in un clima particolare, quando la Cina era in corsa per modernizzarsi dal punto di vista produttivo e professionale, e quindi la partnership con un LDI era di fatto un modo per avviare un forzoso scambio di know-how, a beneficio di un Paese che ha saputo gestire così l’afflusso di progettisti stranieri creando dei meccanismi di collaborazione per tutelarsi e crescere professionalmente. Una piccola lezione di strategia aziendale su scala nazionale.