L’argomento delle ricostruzioni riguarda numerose e importanti tematiche dell’architettura, quali il rapporto tra ambiente costruito e paesaggio, le nuove modalità dell’abitare, la salvaguardia dei monumenti, la conservazione delle identità urbane e territoriali e altre ancora.
Urbicidi, Milano con le distruzioni provocate dalla Seconda Guerra Mondiale.
La mostra, curata da Alberto Ferlenga e Nina Bassoli, sviluppa questo particolare tema attraverso gli esempi di molti progetti realizzati in tempi e luoghi diversi, sia italiani sia extraeuropei, coadiuvati da un ricco apparato iconografico.
Francia 1950, Veduta aerea della ricostruzione del Vieux Port di Marsiglia dopo le distruzioni del 1943, progetto di F. Pouillon e A. Perret. Archivio F. Pouillon.
Un centinaio di documenti storici (fotografie e immagini di cronaca, frammenti di film e documentari) e gli oltre cinquanta disegni e modelli originali illustrano i principali esempi storici italiani – il dopoguerra, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Pozzuoli, Umbria, Abruzzo –, insieme a quelli succedutisi nei paesi esteri, quali Germania, Inghilterra, Francia, Grecia, Macedonia, Portogallo, Cile, Giappone e Siria.
P. Bottoni, schizzo per il quartiere QT8, Milano, 1947.
Concludono il percorso espositivo, come un “ luogo di riflessione su situazioni ancora aperte”, i servizi fotografici realizzati da Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, Michele Nastasi e Filippo Romano.
Álvaro Siza, schizzo per la ricostruzione del quartiere Chiado a Lisbona dopo l’incendio del 1988.
E per ultimo, come in una specie di laboratorio ancora in corso, i risultati (una selezione delle oltre 300 proposte pervenute) della call, promossa in occasione dell’esposizione, testimoniano la grande importanza del tema affrontato e pongono “ulteriori interrogativi sul ruolo degli architetti e della cultura architettonica nella ricostruzione”.
Siria, modelli insediativi per la ricostruzione, studenti Iuav, 2018.