Nel mese di dicembre il CdA della Biennale di Venezia ha deliberato di nominare Lesley Lokko Direttrice del Settore Architettura, con l’incarico di curare la 18. Mostra Internazionale di Architettura, che si terrà nel 2023, dal 20 maggio al 26 novembre (con pre-apertura, su invito, nei giorni 18 e 19 maggio 2023).

Lesley Naa Norle Lokko (Dundee, 1964) è architetta, docente di architettura e scrittrice scozzese con cittadinanza ghanese. Laureata in architettura, presso la Bartlett School of Architecture, University College London, nel 2007 consegue il PhD in architettura presso l’University of London. Ha insegnato architettura in quattro continenti, negli Stati Uniti, in Europa, Australia e Africa, ricevendo diversi premi per il suo contributo.
Nel 2015 fonda la Graduate School of Architecture (GSA) presso l’Università di Johannesburg, la prima scuola africana dedicata all’istruzione post-laurea in architettura, mentre, nel 2020 fonda in Ghana, l’African Futures Institute, scuola di specializzazione in architettura e piattaforma di eventi pubblici, che dirige tuttora; inoltre, dirige “FOLIO: Journal of Contemporary African Architecture”.
È autrice di 12 romanzi (pubblicati in Italia da Mondadori).

Lesley Lokko. Foto: ©Murdo MacLeod.

Roberto Cicutto, il Presidente della Biennale, ha dichiarato: “La scelta di Lesley Lokko (…) vuole accogliere lo sguardo di una personalità internazionale, capace di interpretare con diversi ruoli la propria posizione nel dibattito contemporaneo su architettura e città, che parte dalla sua esperienza immersa in un continente che sempre più sta diventando un laboratorio di esperienze e proposte per tutto il mondo contemporaneo. Credo che questa immersione nel reale sia il modo migliore per dialogare con gli interrogativi posti dalla Mostra curata da Hashim Sarkis nel 2021”.

Lesley Lokko ha così commentato il suo nuovo incarico: “Si sta delineando un nuovo ordine mondiale, con nuovi centri di produzione e di controllo della conoscenza. Si stanno definendo anche nuove tipologie di pubblico, desiderose di narrazioni diverse, strumenti diversi e linguaggi diversi di spazio, forma e luogo. Dopo due degli anni più difficili e divisivi che la storia ricordi, noi architetti abbiamo un’occasione unica per mostrare al mondo quello che sappiamo fare meglio: proporre idee ambiziose e creative che ci aiutino a immaginare un più equo e ottimistico futuro in comune”.