BLUM IN Kernel Tapestry
Portraying local agriculture through the geometrical play of textile weaves
Located in the Orobic Alps of Northern Italy, the BLUM IN restaurant in Rovetta showcases a transformative use of space through an aerial narrative, artfully crafted with locally-sourced materials given new purpose.
Architect Francesca Perani reimagined this local eatery, enhancing the traditional dining experience by weaving together utility, aesthetic appeal, and storytelling rooted in tradition. A design that aims to transcend the culinary, highlighting the interplay between nature-inspired textures and precise geometric forms.

Photo: Francesca Perani.

Set within a space rich in history, originally a stable, later transformed into a typical pre-alpine guesthouse, the restaurant is a meld of robust architectural elements like vaults and arches, warm interiors marked by light hues and wooden furnishings. The project’s primary objective was to infuse character into the restaurant’s main hall while improving the acoustic quality of the vaulted ceilings. A secondary goal was creating discrete, private spaces near the entrance and fire oven, integrating the brand’s identity.

Photo: Francesca Perani.

The narrative of the project emerged by exploring the region’s agricultural legacy: the locally cherished red roasted corn, a longstanding staple of the area’s culinary tradition, a distinctive variety of corn cultivated since the beginning of the 20th century in the town’s high plateau fields.
This led to creating the design’s centerpiece, the “Kernel Tapestry” aerial installation.
Above the dining area hangs a sculptural installation that spans the length of the ceiling. Comprising 150 identical elements, each element resembles a stylized corn kernel and is suspended from a grid framework. An alternating geometry of cylindrical pieces laid diagonally, designed to shape a single dancing body. These locally produced felt sleeves, typically used in bakery industrial machinery, are arranged in a curved formation at varying heights to emulate the natural shape of a corn cob.

Axonometric exploded view.

The choice of natural wool felt was valued for its soundproofing properties and its intricate beauty, texture, and tactile appeal. This material seeks to connect diners with the ancient tradition rooted in agricultural history, acting as a homage to everyday objects and thus infusing the space with a sense of “warmth”.
The installation presents itself as a smooth, organic form, imparting a sense of movement and fluidity. It incorporates functional lighting, including central alignment and side-placed spotlights, which enhance the dining experience by creating an intimate and theatrically engaging ambience.
A support structure, both flexible and rigid, acts as the load-bearing element, anchored to the vaulted ceiling over a span of 8 meters. This is composed of a series of black iron grids, selected to contrast with the restaurant’s light shades.
Additional prefabricated iron grids complement the design throughout the space, serving multiple purposes. These grids provide subtle division, signage, and display opportunities. In the main hall, a dual-grid structure suspended from above serves as an elegant backdrop for displaying wine bottles and as a partition between the main dining area and the fire oven section.

Photo: Francesca Perani.

The blend of soft, light felts with harsh black grids transforms this compact, whimsical design into an ephemeral reversible intervention. It reflects local craftsmanship and traditions, aiming to offer a vibrant visual experience that amplifies the enjoyment of food.
Francesca Perani commented, “When confronted with pre-organized spaces, I frequently opt for textiles for their versatility in creating immersive settings. With this intervention, it was a privilege to celebrate the town’s rich culinary identity by using local materials that foster a sense of belonging and community”.

Concept.

Locanda BLUM IN, Rovetta (Bergamo)

BLUM IN: un arazzo di chicchi sospesi. Il racconto dell’agricoltura locale attraverso il gioco geometrico di trame tessili
Immerso nelle Alpi Orobie del Nord Italia, il ristorante BLUM IN a Rovetta mostra un uso trasformativo dello spazio attraverso una narrazione aerea realizzata ad arte con materiali di provenienza locale a cui è stato dato un nuovo scopo.
L’architetta Francesca Perani ha re immaginato questo ristorante locale, arricchendo l’esperienza culinaria tradizionale unendo utilità, estetica e narrazione radicata nella tradizione. Un design che mira a trascendere l’aspetto gastronomico, mettendo in risalto l’interazione tra trame ispirate alla natura e geometrie rigorose.

Photo: Francesca Perani.

Situato all’interno di uno spazio ricco di storia, originariamente una stalla, poi trasformata in una tipica locanda prealpina, il ristorante è una fusione di elementi architettonici imponenti quali volte e archi; interni caldi caratterizzati da tonalità chiare e arredi in legno. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di infondere carattere alla sala principale del ristorante, migliorando la qualità acustica dei soffitti a volta. Un secondo obiettivo è stato quello di creare maggiore privacy nelle aree adiacenti all’ingresso e al forno a legna, integrando anche l’identità del ristorante.

Photo: Francesca Perani.

L’idea del progetto è emersa esplorando l’eredità agricola della regione: il pregiato mais rostrato rosso, da sempre punto fermo della tradizione culinaria della zona, una particolare varietà di mais coltivata dall’inizio del XX secolo nei campi dell’altopiano del paese. Questo riferimento ha portato alla creazione dell’elemento centrale dello spazio, l’installazione aerea un “Arazzo di mais”.
È così che sopra l’area pranzo è sospesa un’installazione scultorea che si estende per tutta la lunghezza del soffitto. Composta da 150 elementi identici, ogni elemento assomiglia a un chicco di mais stilizzato ed è sospeso ad una struttura a griglia. Una geometria alternata di elementi cilindrici posti in diagonale, volti a formare un unico corpo danzante. Questi elementi, manicotti di feltro di produzione locale tipicamente utilizzati nei macchinari industriali per la panificazione, sono disposti in una formazione ad arco a diverse altezze per emulare la forma naturale di una pannocchia di mais.

Photo: Francesca Perani.

La scelta del feltro di lana naturale è stata motivata non solo dalle sue capacità fonoassorbenti, ma anche dalla sua intrinseca bellezza, dalla sua consistenza e dal suo fascino al tatto. Questo materiale si propone di mettere in contatto i commensali con l’antica tradizione radicata nella storia dell’agricoltura, rendendo omaggio agli oggetti di uso quotidiano e infondendo così un senso di “calore” allo spazio.
L’installazione si sviluppa in una forma morbida e organica, che trasmette un senso di movimento e armonia. Incorpora al suo interno un’illuminazione funzionale, che comprende un impianto lineare centrale e proiettori laterali, volti a migliorare l’esperienza ristorativa creando un’atmosfera intima e coinvolgente al tempo stesso.
Una struttura di supporto flessibile e rigida allo stesso tempo funge da elemento portante, ancorata al soffitto a volta per una luce di 8 metri. È composta da una serie di griglie di ferro, di colore nero, scelte per contrastare le tonalità chiare del ristorante.
A completamento del progetto sono state utilizzate altre griglie geometriche in ferro nello spazio per molteplici funzioni, come quinte discrete, a supporto della insegna interna e come espositori. Nella sala principale, una struttura sospesa a doppia griglia funge sia da sfondo per le bottiglie di vino che da elemento di separazione tra la sala principale e l’area del forno a legna.

Photo: Francesca Perani.

L’accostamento di feltri morbidi e leggeri a griglie nere e rigide rende questo design compatto e giocoso un intervento effimero reversibile. Il progetto è il riflesso dell’artigianato e delle tradizioni locali, con il desiderio di offrire un’esperienza grafica vibrante che amplifichi il piacere del cibo.
L’architetta Francesca Perani ha commentato: “Quando mi trovo di fronte a spazi pre-organizzati, opto spesso per i tessuti per la loro versatilità nel creare ambienti coinvolgenti. Con questo intervento ho avuto il privilegio di celebrare la ricca identità culinaria della città utilizzando materiali locali che favoriscono un senso di appartenenza e di comunità”.