Al Castello di Miradolo, San Secondo di Pinerolo (Torino), è stata inaugurata l’esposizione Christo e Jeanne-Claude. Projects, la prima rassegna italiana dedicata all’opera del celebre duo di artisti, realizzata due anni dopo la morte di Christo Vladimirov Javacheff.
La mostra – curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento di Paola Eynard e in collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York – documenta il percorso artistico intrapreso all’inizio degli anni Sessanta dalla coppia che, di fatto, ha rivoluzionato la storia dell’arte contemporanea.
Christo and Jeanne-Claude in his studio with preparatory works for Surrounded Islands, New York City, 1981. Photo: Bob Kiss ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Le oltre 60 opere esposte, tra cui numerosi disegni e collage originali, oltre a un’ampia sezione fotografica e diversi video, testimoniano e illustrano lo straordinario cammino artistico di Christo e Jeanne-Claude, dalle prime opere parigine – città in cui l’artista bulgaro si rifugiò nel 1958 (dopo brevi soggiorni a Vienna e Ginevra), successivamente conobbe Jeanne-Claude e realizzò la sua prima mostra personale – fino agli ultimi lavori, coordinati dai membri del suo storico team, tra cui L’Arc de Triomphe, Wrapped (Parigi, 2021) e The Mastaba, Project for United Arab Emirates, progettato nel 1977 e tutt’ora in lavorazione.
Christo and Jeanne-Claude, L’Arc de Triomphe, Wrapped, Paris, 1961-2021. Photo: Benjamin Loyseau ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Fanno parte della rassegna anche tutte le opere e i progetti italiani, realizzati e non, tra cui The Wall-Wrapped Roman Wall, progettato in occasione della grande rassegna “Contemporanea” (Roma, 1974), in cui 250 metri delle Mura Aureliane furono interamente avvolti dal tessuto di polipropilene legato da corde in dacron, e The Floating Piers (Lago d’Iseo, dal 18 giugno al 3 luglio 2016), una rete di pontili galleggianti – realizzata con circa 220.000 cubi di polietilene ad alta densità e ricoperta da 100.000 metri quadrati di tessuto –, che permettevano al pubblico di camminare appena sopra la superficie dell’acqua del lago, da Sulzano, sino alle isole di Montisola e San Paolo.
Christo, The Floating Piers, Project for Lake Iseo, ltaly , 2015. Matita, pastello a cera, carboncino, pastello, vernice a smalto, fotografie ritagliate di Wolfgang Volz, tessuto, dati tecnici disegnati a mano e nastro adesivo, 77.5 x 66.6 cm e 77.5 x 30.5 cm. Photo: André Grossmann, Courtesy Estate of Christo V. Javacheff and the Christo and Jeanne-Claude Foundation, NYC ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Le opere dei due artisti, nati lo stesso giorno dello stesso anno, il 13 giugno 1935, a oltre 4.500 km di distanza, che separano la Bulgaria dal Marocco, sono state concepite con lo scopo di “realizzare qualcosa che non era stato fatto mai prima”. Sia che si sia trattato di opere di land art sia di installazioni urbane, gli alberi, i fiumi, le porzioni di parchi, valli e deserti, i monumenti storici, le mura romane, le sedi parlamentari nazionali, sono stati quasi sempre Wrapped (avvolti e legati), Surrounded (circondati), comunque, resi protagonisti, per intervalli di tempo limitato, da interventi straordinari ad opera dell’uomo, della sua immaginazione e abilità progettuale e dai materiali high-tech da lui stesso prodotti. Questo per, poi, potere essere svelati e dimostrare la loro bellezza intrinseca.
Christo, The Umbrellas, Joint Project for Japan and USA, 1988. Matita, vernice a smalto, fotografia di Wolfgang Volz e pastello a cera, 56 x 35.5 cm, Collezione privata ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Il nucleo centrale della mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects viene accompagnato da due sezioni dedicate, rispettivamente, al Nouveau Réalisme e alla Land Art. La prima contiene le opere di Man Ray, César, Klein, Spoerri, Mimmo Rotella, Pierre Fernandez Arman e Raysse, che documentano l’incontro di Christo con il movimento artistico parigino Nouveau Réalisme del decennio 1960-70. Invece, la seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude con il movimento della Land Art, attraverso la presentazione di opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, Ólafur Elíasson, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei “lavori manifesto” di Michael Heizer, Robert Smithson, Walter De Maria, Dennis Oppenheim e James Turrell.
Christo and Jeanne-Claude, Wrapped Reichstag, Berlin, 1971-95. Photo: Wolfgang Volz ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.
Accompagna la mostra un ciclo di incontri, intitolato “Mezz’ora con…”, cinque conversazioni con i curatori e altri esperti d’arte sull’esposizione e sulle tematiche inerenti, in programma dal 5 novembre 2022 al 25 marzo 2023, ogni sabato pomeriggio alle ore 15, e un libro-catalogo.
La mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects fa parte di numerose iniziative promosse dalla Fondazione Cosso, nel campo dell’arte, della musica e della natura. La Fondazione, fondata nel 2008, ha sede nel Castello di Miradolo e gestisce il suo splendido Parco storico di oltre 6 ettari, caratterizzato, tra l’altro, da un’imponente radura centrale e dalla presenza di numerosi alberi di diversa dimensione e pregio.
Christo, The Mastaba, Project for Serpentine, Hyde Park Lake, London, UK, 2018. Matita, carboncino, pastello a cera, vernice a smalto, dati tecnici e mappa disegnata a mano, nastro adesivo, 38 x 244 cm e 106.6 x 244 cm. Courtesy Estate of Christo V. Javacheff and the Christo and Jeanne-Claude Foundation, NYC. Photo: André Grossmann ©Christo and Jeanne-Claude Foundation.