Come anticipato in un precedente articolo (qui), per circa un mese e mezzo la capitale spagnola ospita l’ottava edizione del Madrid Design Festival, che con un programma di oltre 200 eventi trasforma la città nel centro del design internazionale in tutte le sue discipline: industriale, grafica, digitale, moda, architettura e altro ancora. Organizzata da La Fábrica, la manifestazione si conferma un punto di riferimento per il settore, connettendo ambiti diversi e mettendo in dialogo talenti emergenti e nomi affermati del design, attraverso numerose esposizioni, installazioni, conferenze, incontri professionali e visite guidate. Il tema scelto, “Rediseñar el mundo”, è un invito a riflettere su come il design possa essere motore di cambiamento in ambiti come la sostenibilità, l’urbanistica e la produzione industriale.
weArch, in qualità di media partner del Madrid Design Festival 2025, ha visitato alcuni degli eventi e dei progetti più interessanti realizzati per questa edizione. Le tematiche quali la luce e l’illuminazione, naturale e artificiale, il design materico, ma anche espressivo, una progettazione sostenibile basata sull’upcycling, o il riciclo creativo, sono quelle che maggiormente ci hanno colpito e che caratterizzano la programmazione del Festival. Si tratta di argomenti e concetti non nuovi, che, però, qui sono stati sviluppati attraverso esempi e ricerche progettuali di grande qualità e originalità, di cui di seguito vi forniamo brevi approfondimenti.
Madrid Design Festival Awards. Foto: ©weArch.
La mostra La línea sueña
L’esposizione principale del MDF 2025, La línea sueña, si sviluppa fino al 20 aprile 2025 presso il Teatro Fernán Gómez. Centro Cultural de la Villa. Curata dall’artista Javier Riera, la mostra, suddivisa in quattro “ambiti”, esplora il rapporto tra luce e spazio attraverso oltre 70 opere di 45 artisti e designer, tra cui Sabine Marcelis, Rocío Asensi, Andreína Raventós, Michael Anastassiades, Andreu Carulla, Parachilna, Juan Fuentes, Marre Moerel, Davide Groppi, Vanesa Casas, Draga & Aurel, Josep Vila Capdevila, Lucas Muñoz, Álvaro Catalán de Ocón, Gonzalez Haase e altri ancora.
Un’esperienza immersiva che evidenzia il ruolo della luce nella percezione e nell’architettura contemporanea. La rassegna propone un’ampia riflessione sulla luce, spaziando dall’illuminazione di interni alla creazione di lampade ed elementi sperimentali. L’allestimento sottolinea il valore artistico e sensoriale della luce, mettendo in relazione la sua dimensione tecnica con quella emozionale.
La línea sueña. Foto: ©Jorquera.
La parte finale della mostra è dedicata al lavoro di Frank Oehring, pioniere berlinese del design illuminotecnico, noto per le sculture luminose realizzate negli anni Settanta all’interno del futuristico ICC – International Congress Centre di Berlino.
International Congress Centre di Berlino. Foto: Andreas Gehrke, 2022.
Ad accompagnare l’esposizione vi è anche Metamorphic, un’installazione architettonico-scultorea progettata da Tom Dixon per Cosentino, realizzata con la superficie Dekton®. L’opera esplora la relazione tra luce, spazio e materia attraverso un elegante gioco di geometrie, ombre e riflessi, esaltato dalla presenza dell’acqua.
Gli showroom di Madrid
Fanno parte del programma del Madrid Design Festival 2025 sei showroom cittadini, che non sono semplici spazi espositivi, ma espressioni dell’identità del design madrileno. Cosentino City, Gancedo, Gandía Blasco Group, Neolith Madrid Living Gallery, Roca Madrid Gallery e Sancal partecipano attivamente alla manifestazione, proponendo installazioni, esposizioni, presentazioni di prodotti, incontri e percorsi tematici dedicati alle diverse discipline del design.
Gandía Blasco Group showroom.
Tra i progetti in mostra, spiccano Archaeology Series di Iria Martínez presso Neolith, Sparking Change di Mario Cucinella alla Roca Madrid Gallery, Ancestral Roots: Textiles That Cultivate History di Nyra Troyce nello showroom Gancedo e Connection. The thread through the Mediterranean sensations, una collettiva con lavori di una quindicina di artiste e artisti ospitata da Gandía Blasco Group.
Neolith Madrid Living Gallery.
Un caso a parte è rappresentato dal COLAB (da CO-muna e LAB-oratorio) di Sancal, uno spazio tra ufficio e showroom progettato dal designer Lucas Muñoz al quarto piano dell’iconico edificio per uffici in via O’Donnell 34, realizzato nel 1966 dall’architetto Antonio Lamela. Frutto di una collaborazione tra Sancal e Muñoz, il progetto non è un semplice allestimento espositivo, ma un vero e proprio laboratorio creativo, in cui sostenibilità e riuso dei materiali sono i principi guida. L’obiettivo era trasformare un ambiente preesistente, recuperando e riadattando gli elementi originali, con interventi reversibili e soluzioni progettuali che riflettessero un approccio circolare. Tra le soluzioni proposte, spiccano il riutilizzo delle vecchie pannellature per creare nuove superfici, la riconfigurazione dei sistemi di illuminazione e la reinterpretazione dello spazio in chiave dinamica. Il progetto coinvolge anche realtà sociali come l’associazione Norte Joven, che ha collaborato alla conversione delle vecchie lampade fluorescenti in sistemi LED sostenibili.
La visione di Muñoz, caratterizzata da un linguaggio architettonico audace e sperimentale, ha permesso di dare nuova vita a un ambiente storico, dimostrando come il design possa essere un veicolo per un cambiamento responsabile e innovativo.
Lucas Muñoz e Sancal, COLAB.
I quartieri creativi di Madrid
Oltre a ospitare le selezioni delle attività artistiche e artigianali del Guatemala, della regione di Castilla-La Mancha e di Berlino (città ospite del Festival), il Madrid Design Festival valorizza il lavoro di designer e artigiani locali attraverso l’iniziativa Open Studios, che in questa edizione ha coinvolto gli studi di design e di progettazione nei quartieri di Prosperidad, Carabanchel e Tetuan.
A Prosperidad, il festival ha ospitato la mostra Mujer X Mujer: Diseño en Transición, allestita nello studio Moneo Brock. Curata da Marisa Santamaría, la rassegna esplora il design femminile contemporaneo con opere di sei designer internazionali: Raffaella Mangiarotti, Jade Purple Brown, Inga Sempé, Birgitte due Madsen, Charlotte Lancelot, Fumie Shibata.
Il quartiere inoltre ci ha fatto conoscere il Callejón Sánchez Pacheco, un angolo nascosto di botteghe artigiane sopravvissuto alla speculazione urbana, e il ristorante Tramo, un esempio progettuale di sostenibilità e recupero architettonico curato dallo studio Selgascano e Andreu Carulla.
Mujer X Mujer: Diseño en Transición.
A Carabanchel, è stato possibile ammirare Uprooted di Jorge Penadés, un progetto che valorizza le radici di ulivo di scarto per creare arredi unici. L’iniziativa, curata da Seetal Solanki, si articola in due fasi: una ricerca approfondita sui sistemi di produzione dell’olio d’oliva e una sperimentazione progettuale che trasforma le radici in una collezione di arredi dal forte valore espressivo e narrativo. La mostra include la ricerca fotografica di Max Creasy.
Inoltre, è stato visitato lo studio ACdO di Álvaro Catalán de Ocón, noto per il PET Lamp Project e il suo impegno nella produzione sostenibile.
Jorge Penadés, Uprooted.
Infine, a Tetuan, Pedro Cerisola ha esposto opere che fondono tecnologia e artigianato. Attraverso una combinazione di geometrie naturali e processi innovativi, l’artista messicano ha presentato una serie di oggetti in cui la precisione digitale si unisce alla lavorazione manuale, dando vita a pezzi unici dal design sofisticato e sperimentale. Alla Kutrix Exhibition sono stati mostrati numerosi progetti innovativi di design e arte, esposti all’interno di un magazzino di materiali edili, mentre Espacio Esqueje ha offerto una prospettiva intima sul processo creativo di Palo e Ase Torralba, i suoi artisti residenti.
Kutrix Exhibition. Foto: ©weArch.
Madrid Design Festival Awards
Durante questa edizione del Festival sono stati premiati con Madrid Design Festival Awards per la loro carriera e il loro contributo al design Petra Blaisse, André Ricard e Sir Paul Smith.
Petra Blaisse, fondatrice dello studio Inside Outside, ha rivoluzionato l’approccio tra interni e paesaggio, unendo tessile, architettura e natura in progetti di alto valore estetico e funzionale.
André Ricard, pioniere del design industriale in Spagna e creatore della torcia olimpica di Barcellona 1992, ha ricevuto il riconoscimento per il suo impatto nel settore e la sua dedizione alla promozione del design come strumento sociale ed economico.
Sir Paul Smith e Dejan Sudjic a MDF25. Foto: ©weArch.
Sir Paul Smith, pioniere del design britannico, ha raccontato il suo percorso durante una conversazione, brillante e piena di humor, con Dejan Sudjic presso la Institución Libre de Enseñanza. Sin dagli esordi della sua carriera, fino a fondare una delle case di moda più influenti, Smith ha sempre puntato a reinterpretare la tradizione attraverso un’ottica contemporanea, mescolando innovazione e artigianato in una maniera personale, creando un risultato finale raffinato e distintivo.
Castilla-La Mancha
La comunità autonoma Castilla-La Mancha ha avuto un ruolo centrale in MDF 2025 grazie al progetto Legado Artesano, promosso dalla Junta de Comunidades de Castilla-La Mancha. Durante una visita a Toledo, sono stati visti dal vivo diversi laboratori artigianali dedicati alla tornitura, alla lattoneria e alla ceramica.
A Madrid, invece, nell’ambito di Fiesta Design, si è svolta la mostra Castilla La-Mancha. Tramar el barro, un’installazione che ha messo in luce il legame tra tradizione e innovazione artigianale. Curata da Tomás Alía, la mostra ha presentato una celosía scultorea in ceramica con una cortina di pezzi smaltati, reinterpretando la tradizione in chiave contemporanea.
Castilla La-Mancha. Tramar el barro. Foto: ©Jorquera.
Fiesta Design
L’Institución Libre de Enseñanza di Madrid è stata sede di Fiesta Design, un evento che ha offerto un’esperienza immersiva nel mondo del design attraverso esposizioni, installazioni, incontri e workshop. Tra i numerosi progetti, sono stati selezionati tre che incarnano la fusione tra tradizione, innovazione e sostenibilità.
Guatemala Diseña con las Manos ha presentato una mostra che riunisce il lavoro di 14 designer guatemaltechi, mettendo in dialogo il patrimonio artigianale con il design contemporaneo. L’installazione, sostenuta dall’Istituto Guatemalteco di Turismo, ha offerto un’esperienza multisensoriale che valorizza il talento emergente del Paese e la collaborazione tra designer e comunità locali.
Guatemala Diseña con las Manos.
Oro Blanco, parte dell’iniziativa Tejiendo Redes promossa da Amazon, ha esplorato il tema della lana come risorsa a rischio di estinzione. Il progetto ha coinvolto le designer Regina Dejiménez e Inés Sistiaga e l’azienda familiare WooldDreamers, che preserva la lavorazione tradizionale della lana a Mota del Cuervo (Cuenca). Utilizzando lana di Oveja Guirra, una razza autoctona in pericolo, l’installazione e la collezione hanno unito tradizione e ricerca sperimentale per il futuro dell’industria tessile.
Oro Blanco. Foto: ©Jorquera.
Suricata Party, presentato da Finsa in collaborazione con Sancal e la designer Inma Bermúdez, ha lanciato in anteprima le scrivanie Suricata, esplorando le potenzialità del nuovo servizio di stampa di Finsa. La combinazione tra grafica innovativa e progettazione industriale ha dato vita a un prodotto che esprime l’essenza sperimentale di Fiesta Design.
Suricata Party. Foto: ©Jorquera.
La Luz de Coderch
Presso l’Only YOU Boutique Hotel Madrid, si è svolta un’esposizione dedicata alle lampade Disa, Císter e Junco, progettate da José Antonio Coderch (1913-1984), celebre architetto spagnolo. Grazie alla collaborazione con Rafael Salvador, fondatore di Tunds Editores e parente di Coderch, la mostra La Luz de Coderch ha presentato queste tre iconiche opere di design del progettista catalano. L’evento ha incluso modelli, schizzi e documenti storici, raccontando l’evoluzione delle lampade e il loro impatto nel design contemporaneo.
La luz de Coderch. Foto: ©Cristina Galiana.
Esto no es un edificio
Ospitata presso The Social Hub di Madrid, la rassegna Esto no es un edificio. 7 arquitectos exploran nuevos terrenos creativos en el diseño y el arte ha raccolto i lavori di sette progettisti – Paul Anton, Raquel Buj, María Eugenia Diego, María Mallo, Omar Miranda, Andreína Raventós ed Elena Rocabert – che esplorano nuove forme espressive oltre i confini tradizionali della disciplina. Curata da Diariodesign, la mostra ha presentato le opere in un allestimento arricchito dai mobili e dalle lampade di Kave Home, che hanno contribuito a creare un adeguato contesto per le installazioni.
Foto: ©Jorquera.
Madrid Design Festival 2025: un appuntamento di grande interesse, capace di offrire spunti di riflessione e ispirazione, da scoprire e vivere attraverso le sue molteplici sfaccettature, tra esposizioni, incontri e installazioni che raccontano il design nella sua forma più dinamica e innovativa.