Il Politecnico di Milano – Polo di Mantova ha deciso, nonostante la situazione sanitaria, nazionale e internazionale, non sia attualmente del tutto priva di pericoli rispetto ai contagi di Covid-19, di non rinunciare all’organizzazione, anche quest’anno, della ormai consueta manifestazione MANTOVARCHITETTURA.
Si tratta a tutti gli effetti di una rassegna unica in Italia, che annualmente rinnova il suo ricco programma, offrendo, gratuitamente, a tutti gli interessati (architetti, studenti, professionisti del settore della progettazione e altri) molteplici e interessanti eventi (mostre, workshop, dibattiti pubblici, convegni) dedicati al mondo dell’architettura.
La edizione di quest’anno (l’ottava) sarà certamente ancora un po’ diversa – d’altronde anche quella del 2020 lo fu, inevitabilmente, per le stesse ragioni di salute pubblica –, molto probabilmente con non molti eventi in presenza, ma in diretta streaming, e allora abbiamo voluto porre alcune domande a proposito a Federico Bucci, Prorettore del Polo di Mantova e responsabile della Cattedra UNESCO, oltre che titolare di altri incarichi prestigiosi.
Innanzitutto ci piacerebbe sapere qual è il bilancio dell’edizione 2020 di MANTOVARCHITETTURA, progettata originariamente come una rassegna “normale” e, poi, causa forza maggiore (leggi Covid-19), modificata in corso d’opera, sia come modalità di svolgimento sia nel programma?
FB: Nel 2020 abbiamo voluto confermare il nostro appuntamento con MANTOVARCHITETTURA, anche in una situazione drammatica per tutto il mondo, perché durante questa terribile pandemia il Politecnico di Milano, come il sistema universitario italiano, ha dato dimostrazione del suo grande valore, garantendo il diritto allo studio di migliaia di studenti, che hanno risposto con ammirevole impegno.
Sappiamo bene ciò che dobbiamo al coraggio del personale sanitario, che negli ospedali ha curato e portato conforto agli ammalati e oggi è impegnato nella campagna vaccinale. Noi, semplicemente, abbiamo continuato ad interpretare la missione dell’Università: studiare e lavorare per l’avanzamento della conoscenza, guardando al futuro con fiducia, sostenuti dalla fiducia dei nostri studenti.
E l’esito di MANTOVARCHITETTURA, come tutti gli eventi culturali dello scorso anno, è stato trasformato dalla pandemia. Le conferenze si sono svolte sulle piattaforme digitali, mentre è stata sospesa l’organizzazione delle mostre. Al di là dell’impossibilità di sostituire la bellezza dei luoghi storici di Mantova entro i quali si tenevano gli eventi (Tempio di San Sebastiano, Casa del Mantegna, Palazzo Ducale, Palazzo Te, ecc.), posso sottolineare l’aspetto positivo relativo alla modalità “a distanza”, che consente notevoli risparmi e assicura visibilità a chiunque voglia connettersi, senza limitazioni di orario. Inoltre, l’edizione dello scorso anno è stata un’utilissima palestra dove perfezionare il rapporto con lo spettatore, attraverso il lavoro di montaggio delle videoregistrazioni. In ogni caso, anche se abbiamo ricevuto molti commenti positivi sul canale video di MANTOVARCHITETTURA, resta il fatto che chi dal 2012 ha assistito al Tempio di San Sebastiano alle conferenze di Tadao Ando, Souto de Moura, Rafael Moneo e tanti altri maestri, ha impresso in modo indelebile questi momenti nella propria memoria. Quindi, ci auguriamo di tornare presto ad una piena normalità.
Invece, MANTOVARCHITETTURA 2021 si prospetta, dal punto di vista tecnico, come un’edizione “mista”? Riuscite a organizzare anche qualche evento in presenza di pubblico, oltre a quelli in diretta streaming?
FB: MANTOVARCHITETTURA è un lavoro collettivo, curato dai docenti del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano con gli studenti, i collaboratori e il personale tecnico-amministrativo, con la consulenza scientifica della rivista “Casabella” e il sostegno delle amministrazioni comunali di Mantova e Sabbioneta, di Palazzo Ducale, dell’Ordine degli Architetti PPC di Mantova.
Dico ciò perché il nostro lavoro, che prepariamo con largo anticipo, è naturalmente orientato verso un’attività in presenza, rispettosa di tutte le regole che garantiscano la partecipazione in sicurezza.
Quest’anno, l’ottava edizione di MANTOVARCHITETTURA sperimenterà una modalità mista. In ottemperanza al decreto che riapre le nostre aule universitarie, abbiamo programmato una serie di eventi in presenza, alternati a eventi trasmessi in diretta o registrati.
La novità, relativamente alle videoregistrazioni, è quella di aver lavorato sui tempi e aver proposto filmati più brevi, dedicati ai monumenti storici del territorio mantovano. Inoltre, per mostrare la bellezza del nostro patrimonio storico-architettonico, alcuni eventi saranno registrati nel Teatro Bibiena a Mantova e nel Teatro all’Antica di Sabbioneta.
Così, abbiamo voluto dare un segno di speranza per il prossimo anno, quando ci auguriamo di poterci vedere tutti a Mantova.
E dal punto di vista culturale, è possibile avere già qualche anticipazione sul programma? Inoltre, pensate di riuscire a coinvolgere, come nelle dedizioni passate, anche gli studenti di architettura, attraverso workshop o altro, in alcune attività specifiche?
FB: MANTOVARCHITETTURA è un’iniziativa nata all’interno della Cattedra Unesco in Architectural Preservation and Planning in World Heritage Cities, istituita presso la nostra sede e indirizzata a potenziare le attività di formazione della Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle costruzioni del Politecnico di Milano. Di conseguenza, offerto a un più largo pubblico di architetti, ma anche di non addetti ai lavori, in quella dimensione internazionale in cui Mantova e il Politecnico sono collocati, il programma di MANTOVARCHITETTURA assume un ruolo strategico per il territorio, per l’Ateneo e per la cultura architettonica internazionale.
In realtà il nostro obiettivo è sempre lo stesso: promuovere un confronto aperto tra maestri e allievi, in una prospettiva fondata sul valore della storia come terreno sul quale coltivare il progetto degli spazi dell’abitare. E i principali protagonisti sono sempre gli studenti dei corsi di laurea, che con gli eventi di MANTOVARCHITETTURA hanno l’occasione di ascoltare le voci degli architetti di tutto il mondo che radicano nell’antico la costruzione del nuovo.
In questa prospettiva, sviluppata per preparare le giovani generazioni all’esercizio di quel meraviglioso mestiere che disegna il futuro dell’ambiente, quest’anno proponiamo una serie di approfondimenti sul rapporto tra “antico e nuovo” nell’architettura contemporanea italiana e europea (con una speciale attenzione verso il Portogallo, curata da Edoardo Souto de Moura, docente al Campus di Mantova del Politecnico di Milano), fino alle nuove realtà professionali in Cina. Sarà poi potenziata la nostra attenzione verso la storia dell’architettura nel territorio dei Gonzaga, con viaggi in luoghi poco conosciuti. Infine, ci saranno una serie di punti di vista sul patrimonio museografico, le tecniche di rappresentazione e le trasformazioni del territorio.
Le testimonianze fisiche delle stratificazioni del tempo sono le preziose realtà che ereditiamo; conservarle, rendendole vive e abitate dalla collettività, è responsabilità degli architetti.
“Chi siete voi?” chiedeva agli studenti Ernesto Nathan Rogers, architetto e docente del Politecnico negli anni ’60. Oggi, più che mai, la risposta deve accogliere questa missione: progettare il futuro dell’ambiente costruito, nel rispetto della natura e della storia.
Infine, la manifestazione MANTOVARCHITETTURA è stata, fin dal suo principio, strettamente legata alla città di Mantova e al suo territorio, ai numerosi monumenti cittadini, per l’occasione, usufruibili dal pubblico, al suo slow living, mentre ci si spostava da una mostra a un incontro in programma. Purtroppo, tutto ciò l’anno scorso non c’è stato. Invece, per l’edizione 2021 riuscirete a fare qualcosa?
FB: La presenza del Politecnico a Mantova, con la Cattedra Unesco, è indirizzata verso la ricerca e la formazione nel settore delle costruzioni, laddove si intrecciano l’architettura e l’ingegneria, con particolare attenzione al progetto di conservazione e trasformazione di ciò che la storia ci ha lasciato in eredità. Progettare in relazione con gli edifici, le città e i paesaggi della storia: questo è il mestiere che i giovani imparano a Mantova, in una delle sedi del nostro Politecnico, e poi praticano in tutto il mondo. Un mestiere che deve conoscere i terreni della tecnica e della cultura e nello stesso tempo, deve avere ben presente la responsabilità sociale di ogni scelta che compie. Un mestiere che impariamo dai maestri, del presente e del passato. E Mantova vanta la presenza di un ricchissimo patrimonio di edifici progettati da riconosciuti maestri della storia, che per gli studenti e per gli architetti si trasformano in altrettante lezioni di architettura.
Di conseguenza, il nostro impegno a Mantova è quello di produrre cultura: cultura dell’arte e della scienza delle costruzioni, cultura delle città, cultura delle relazioni sociali, cultura del dialogo tra le generazioni, cultura del lavoro e dell’impresa, cultura del rispetto delle diversità.
Siamo un laboratorio di cultura del progetto che, a Mantova, in Italia, studia le tradizioni locali per disegnare la modernità internazionale.
Abbiamo portato le lezioni “a distanza” e ora, ci auguriamo in via definitiva, siamo tornati “in presenza”, ma la sede è sempre stata aperta con gli uffici, la biblioteca e i laboratori di ricerca. Quest’anno, avremo un’edizione di MANTOVARCHITETTURA in modalità mista, ma le bellezze artistiche e architettoniche del territorio mantovano, così come la sede della nostra Università, sono pronte ad accogliere i visitatori.