Yoko Okuyama, dopo la laurea in Architettura all’Hokkaido University of Engineering, collabora per anni con l’architetto Kenzo Tange con il quale realizza opere importanti come la cattedrale di Tokyo e l’Università del Sacro Cuore.
Dal 1975 è presidente dello studio di architettura e progettazione Sohseisha.
Docente di Interior Design presso la Tokyo Academy, è autrice di numerose pubblicazioni specialistiche di architettura. Negli anni ’90 è membro del Direttivo nazionale dell’Ordine degli Architetti del Giappone.
Si trasferisce in Italia nel 2000 dove, parallelamente alla sua attività di progettista, opera nel campo artistico.
Ha realizzato numerose mostre personali e collettive sia in Italia, che in tutto il mondo.
Nel 2012 il Museo d’Arte Orientale di Venezia ospita una sua mostra personale incentrata sul tema Washi.
Yoko Okuyama durante la dimostrazione dell’utilizzo della carta Washi. Video di Mintoy.
La galleria AD Gallery di Milano, coerentemente con i suoi princìpi espositivi legati alla cultura del “progetto”, alla “creatività” e al sapiente utilizzo della “carta”, non poteva certo restare insensibile all’opera di Yoko Okuyama e alla secolare tradizione legata alla tecnica Washi.
Anna Deplano, designer e direttrice della galleria, ha ospitato nel mese di marzo una bella mostra dal titolo “Nel segno del MA”.
MA, in giapponese è lo spazio vuoto, ma necessario, tempo vuoto, ma “pieno”, un concetto sempre presente nella cultura giapponese, sia nella vita quotidiana che nell’arte, concetto basilare che accompagna l’esposizione e chiave di lettura per avvicinare la nostra cultura a quella dell‘artista.
Durante il finissage della mostra Yoko Okuyama ha dimostrato al pubblico il suo personale utilizzo della preziosa carta Washi, che nel 2014 è stata inserita nei Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCO.