È in corso a Milano, presso il Mudec – Museo delle Culture, una rassegna monografica dedicata all’opera di Piet Mondrian (Pieter Cornelis Mondriaan, 1872-1944), in cui viene descritto, mediante la visione di sessanta selezionati dipinti a olio, l’evolversi del percorso artistico del celebre pittore olandese.
Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, ca. 1907-08, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag.
L’esposizione – promossa dal Comune di Milano Cultura con il patrocinio del Consolato dei Paesi Bassi a Milano, prodotta da 24 ORE Cultura – è stata realizzata grazie alla collaborazione del Kunstmuseum Den Haag, il museo detentore della più importante collezione di opere di Mondrian al mondo, su un concept di Benno Tempel, direttore del Kunstmuseum dell’Aja e la cura di Daniel Koep e Doede Hardeman, rispettivamente, Head of Exhibitions e Head of Collections del Museo.
Piet Mondrian, Studio pointilliste di una duna con crinale a destra, 1909, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag.
Le opere esposte, suddivise in diverse sezioni tematiche, ci fanno conoscere l’intero processo artistico di Mondrian, dai primi esordi “figurativi” dedicati al paesaggio olandese fino ai quadri astratti dell’ultimo periodo, quello conosciuto globalmente. Si tratta di un confronto molto utile per la comprensione di una, soltanto a prima vista, così radicale evoluzione pittorica, che si consoliderà, dopo una sempre maggiore stilizzazione delle forme, in grandi opere astratte, contraddistinte da rigorose composizioni geometriche, formate da linee, piani e colori primari.
Infatti, l’artista olandese affermerà nel 1942: “Per me non c’è differenza tra i primi e gli ultimi lavori: fanno tutti parte della stessa cosa. Non sento la differenza tra il vecchio e il nuovo nell’arte come tale, ma come continuità”.
Piet Mondrian, Devozione, 1908, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag.
Tra le 60 opere in rassegna, oltre a quelle realizzate da Mondrian, troviamo anche dipinti di alcuni pittori rappresentativi della “Scuola dell’Aja” (attivi tra il 1860 e il 1890) e del movimento artistico De Stijl, conosciuto anche con il nome di Neoplasticismo, originatosi nei Paesi Bassi nel 1917 su iniziativa dello stesso Mondrian e dell’amico architetto, pittore e scrittore, Theo van Doesburg.
Il movimento De Stijl, che prende il nome dall’omonima rivista e che elaborò un proprio Manifesto, si fece promotore, in Olanda e nel mondo, di “un’arte astratta, essenziale e geometrica”, nei campi della pittura, grafica, architettura e design. Tra gli architetti vi aderirono, oltre allo stesso van Doesburg, Gerrit Thomas Rietveld, Jacobus Johannes Pieter Oud e Cornelis van Eesteren.
Piet Mondrian, Mulino a Domburg, 1908, olio su cartoncino, Kunstmuseum Den Haag.
La mostra milanese, oltre a permetterci di vedere dal vivo diverse opere universalmente conosciute del grande artista olandese, ci consente di comprendere la straordinaria evoluzione del suo percorso artistico, che, parafrasando il titolo della mostra, passa “dalla figurazione all’astrazione”. Ciò si evidenzia esaminando la sua fase pittorica iniziale – ispirata ai movimenti artisti del naturalismo, impressionismo, puntinismo, post-impressionismo, fauvismo –, la quale, poi, continua il percorso evolutivo fino a giungere a un’arte astratta “totale”.
Piet Mondrian, Piccola casa al sole, 1909, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag.
Accompagnano l’esposizione Piet Mondrian. Dalla figurazione all’astrazione, un libro-catalogo di 142 pagine, curato da Benno Tempel, storico dell’arte e direttore del Kunstmuseum dell’Aja, e altri due interessanti volumi pubblicati per l’occasione, Piet Mondrian. Una vita per l’arte e Scritti teorici. Il neoplasticismo e una nuova immagine della società, entrambi a cura di Elena Pontiggia, storica dell’arte e docente all’Accademia di Brera.
Inoltre, fa parte dell’evento espositivo un ciclo di incontri gratuiti, previa prenotazione, sull’arte di Mondrian e il suo influsso nei giorni nostri su Street Art (26 gennaio), moda (24 febbraio), design (10 marzo) e grafica (17 marzo).
Piet Mondrian, Composizione II, 1929, olio su tela, The National Museum in Belgrade.