È stato presentato a fine novembre 2024, nella cornice di WOW, Museo del Fumetto a Milano, il volume PORTA VITTORIA, che storia! a cura di Stefania Aleni e con contributi di diversi autori.
La pubblicazione è il frutto del lavoro costante di ricerca, documentazione e monitoraggio svolto da quasi tre decenni nel territorio della Zona 4 del Decentramento milanese, oggi Municipio 4, dalla redazione di “QUATTRO”, periodico mensile, di cui è direttrice Stefania Aleni.
Gli studi e le ricerche raccolte in questo libro, descritto dal sottotitolo come Un percorso nello spazio e nel tempo di un quartiere di Milano, ci presentano non solo edifici iconici e luoghi emblematici che hanno fatto la storia di Milano, ma anche le attività culturali e artistiche fiorite nel quartiere (la sede del Fai, la Scuola di Design IED), gli artigiani, gli imprenditori e le varie figure che hanno reso celebre la zona, come ad esempio lo chef Gualtiero Marchesi e il suo ristorante di via Bonvesin de la Riva, la famiglia filantropa della casa editrice Sonzogno, il mondo dello spettacolo e del divertimento con i suoi spazi (il cinema Colosseo, le discoteche Rolling Stone e Plastic).

IED, render del nuovo edificio nel progetto dello studio Cino Zucchi Architetti.

Il cinema Colosseo nell’anno di inaugurazione, 1927, architetto Alessandro Rimini ©Archivio Rimini.

Il cinema Ambrosiano lungo la prospettiva di corso XXII marzo.

L’ingresso del WOW e del giardino Oreste del Buono in viale Campania.

Nel testo, viene esplorato e descritto il quartiere di Porta Vittoria che, partendo dalla piazza Cinque Giornate, si sviluppa al di fuori del centro storico di Milano, cioè oltre la delimitazione, una volta, costituita dai Bastioni spagnoli, abbattuti a fine Ottocento e oggi sostituiti dai viali della seconda circonvallazione.

Piazza Cinque Giornate con il monumento di Giuseppe Grandi, 1935.

Il quartiere oggetto di studio si estende, nella parte est della città lungo corso XXII Marzo e nelle aree limitrofe, gravitanti sul corso. Il periodo storico preso in esame inizia dalla metà del XIX secolo e precisamente dal 1848, quando tutta l’area intorno a Porta Vittoria, allora denominata Porta Tonsa o Tosa, fu teatro dell’insurrezione armata dei cittadini che tentarono di liberare Milano dal dominio austriaco, combattendo eroicamente per cinque giorni, dal 18 al 22 marzo 1848.
La narrazione parte dall’epoca risorgimentale e arriva fino ai giorni nostri per offrire, non solo, il ricordo del passato, ma anche la testimonianza di numerosi cambiamenti operati nell’area in circa due secoli, ad esempio, la creazione in zona nel 1997, di una importante infrastruttura di trasporto metropolitano quale il Passante ferroviario, con la fermata di Porta Vittoria, e di molti episodi di rigenerazione urbana ancora in atto, come ad esempio, il cantiere della BEIC, Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, che sorgerà su una parte del sedime dell’ex scalo ferroviario di Porta Vittoria.

BEIC, progetto dello studio Onsitestudio, vista dal parco.

BEIC, la piazza e l’ingresso della biblioteca.

Il corso XXII Marzo oggi è un’arteria viabilistica di strategica importanza per arrivare all’aeroporto Forlanini e alla Tangenziale Est, ma un tempo era un’antica strada che usciva da Porta Tosa e conduceva a Monluè e poi verso l’Adda, in direzione della bassa bergamasca. Inoltre, questo percorso, detto Strada di Monluè, correva parallelo al Naviglio di Porta Tosa o Cavo Bergognone, comunemente chiamato il Naviglietto, canale che ancora scorre, completamente coperto, sotto il corso XXII Marzo.
Nel 1848, all’esterno della cinta bastionata che circondava Milano, si estendeva ancora una feconda campagna, in cui si distribuivano cascine e borghi agricoli. Tutta quest’area prettamente rurale che intorno alla città, chiamata Comune dei Corpi Santi, fu annessa al capoluogo lombardo nel 1873. In seguito, si determinò la trasformazione dei vasti terreni agricoli in zone per la crescita edilizia, parallelamente all’iniziale sviluppo industriale.

La trasformazione urbanistica dell’area di Porta Vittoria nella cartografia storica di Milano: (dall’alto) mappe del 1884, 1906 e 1925.

Il primo capitolo è dedicato a piazza Cinque Giornate e alla costruzione della chiesa di Santa Maria del Suffragio. Nel 1861 la Porta Tosa, ingresso secondario dei Bastioni Spagnoli e succursale della Porta Orientale (oggi Porta Venezia), prese il nome di Porta Vittoria, perché fu la prima zona della città ad essere conquistata durante i sanguinosi combattimenti del marzo 1848.
Verso la fine del XIX secolo, l’arco di Porta Vittoria fu demolito per lasciare il posto alla costruzione del monumento alle Cinque Giornate di Milano, realizzato dallo scultore Giuseppe Grandi, inaugurato nel 1895. Della struttura dell’antica Porta rimangono oggi solo i caselli daziari intorno alla strada rettilinea in uscita dalla città, che, a partire dal 1878, assunse il nome di corso XXII Marzo. In luogo erano già iniziati i primi interventi edilizi e si decise di erigere un nuovo edificio parrocchiale per il bisogno della comunità, visto che l’unica chiesa presente nei dintorni era quella di Calvairate, l’antica Santa Maria Nascente, punto di riferimento per gli abitanti di una vasta area rurale.
La nuova chiesa di Santa Maria del Suffragio venne eretta nel 1890. La sua costruzione aveva comportato la soppressione del più grande cimitero della città, detto il Fopponino, che era stato collocato in zona, intorno al 1820 circa.

Vista di corso XXII Marzo da piazza del Suffragio.

L’edificio di più antica origine, ancora in uso attualmente, situato lungo il corso, è quello della Senavra, oggi complesso parrocchiale del Preziosissimo Sangue di Gesù. Fu eretto come dimora di campagna nel 1548 dal Governatore di Milano, Ferrante Gonzaga, colui che volle iniziare la costruzione della cinta muraria bastionata, durante la dominazione spagnola.
La Senavra cambiò funzioni più volte nel corso dei secoli: ad esempio, nel 1695 fu ceduta alla Congregazione dei Sacerdoti di San Fedele per gli esercizi spirituali dei Padri Gesuiti; nel 1773, durante il dominio austriaco, fu adibita a manicomio, e poi alternò periodi di decadenza e di abbandono, fino alla risistemazione all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso che la portò nel 1966 a diventare l’attuale parrocchia. Gli ultimi interventi di rinnovamento nella chiesa sono stati quelli relativi alla decorazione dell’abside, con l’apposizione del gruppo scultoreo in bronzo di Rosario Ruggiero e il restauro dell’altare nel 2018, a cura dell’architetto Federico Acuto del Masterplan Studio.

Veduta del complesso della Senavra prima del restauro, 1962, Fondazione ISEC, Sesto San Giovanni.

Scultura sopra l’altare, di Rosario Ruggero, chiesa del Preziosissimo Sangue di Gesù (ex Senavra).

Fra i tanti riferimenti storici interessanti documentati dalla ricerca vi sono quelli relativi alla collocazione, nei pressi di Porta Vittoria, a nord del corso XXII marzo (tra viale Premuda, via Marcona e Sottocorno) della stazione della Imperial-Regia Privilegiata Strada Ferrata Ferdinandea, che portava da Milano a Venezia. Fu la seconda ferrovia creata a Milano dopo la linea Milano Monza del 1840. La strada ferrata fu realizzata tra il 1842 e il 1857. La stazione fu dismessa intorno al 1864. Sui terreni dove si trovava la stazione fu realizzato il noto Villaggio Lincoln, tuttora abitato, con le sue case a due piani, originariamente pensate come abitazioni per gli operai.

Via Lincoln negli anni Venti ed oggi.

Un altro significativo episodio che descrive le trasformazioni del quartiere all’inizio del XXI secolo, riguarda la costruzione dei Mercati Generali Ortofrutticoli realizzati per decisione del Consiglio Comunale nel 1908. La scelta del punto dove insediare i mercati cadde su di un’area, fuori da Porta Vittoria, in corso XXII Marzo, in cui insisteva ancora il fortino fatto edificare dal maresciallo Radetzky nel 1849.
I Mercati Generali divennero operativi nel 1911. Nel Secondo dopoguerra tutto il complesso dei Mercati vene spostato in un’altra destinazione più a sud della precedente, lungo le vie Lombroso, Varsavia e la ferrovia, vicino al sito dove si trovavano già il Macello, il Mercato delle carni e quello del pollame. L’area sul corso XXII Marzo venne così lasciata libera e riutilizzata per dare vita al parco Largo Marinai d’Italia, inaugurato nel 1969, oggi intitolato al dottor Vittorio Formentano.

Veduta generale del progetto del Mercato di frutta e verdura.

Il parco Largo Marinai d’Italia, ora parco Formentano, nei primi anni Settanta.

Nel volume sono inserite numerose illustrazioni, cartografie storiche, mappe e disegni e che aiutano la comprensione dei vari stati di trasformazione dei luoghi descritti.