Si è svolta oggi, a Parigi, la cerimonia di premiazione delle vincitrici della decima edizione del Prix des femmes architectes, il prestigioso premio internazionale riservato alle architette, bandito dall’ARVHA – Association pour la Recherche sur la Ville et l’Habitat, con il sostegno della Regione Île-de-France, del Consiglio nazionale dell’Ordine degli architetti francesi, del Pavillon de l’Arsenal e del Comune di Parigi.
Cristina Vega Iglesias (Burlat & Vega Architectes), Construction d’un terrain sportif couvert, Palinges, France, 2019. Photographies: ©Kevin Dolmaire.
Il premio promosso annualmente dall’ARVHA, l’associazione francese per la ricerca sulla città e sull’abitare, si propone l’obiettivo di “valorizzare le opere e la vita professionale delle architette, in modo che le giovani generazioni possano imparare dai modelli femminili esistenti e incoraggiare così la parità fra i due sessi in una professione ancora a forte predominanza maschile”.
Alle tre categorie del premio riservate alle architette francesi (Jeune Femme Architecte, OEuvre Originale, Femme Architecte), è stata aggiunto, da qualche anno, Le Prix International, un’ulteriore categoria internazionale, riservata a tutte le professioniste iscritte agli Ordini professionali dei loro paesi d’origine.
Claire Garcia Barriet (Overcode architecture urbanisme), Maison individuelle, Villejuif, France, 2021.
Nel corso della serata, svoltasi al Pavillon de l’Arsenal di Parigi, di fronte al numeroso pubblico, sono state proclamate le vincitrici delle quattro categorie del premio, insieme alle due Menzioni speciali assegnate:
– il premio Jeune Femme Architecte (categoria under 40, per diverse opere realizzate) è stato assegnato a Cristina Vega Iglesias dello studio di progettazione Burlat & Vega Architectes;
– nella stessa categoria dedicata alle giovani architette è stata assegnata anche una Menzione speciale a Claire Garcia Barriet dello studio Overcode architecture urbanisme;
– il premio OEuvre Originale viene attribuito a Julie Degand (CIL architecture) per la sua opera Salle culturelle et Polyvalente Sodbury, a Cesson;
Julie Degand (CIL architecture), Salle culturelle et polyvalente Sodbury, Cesson, France.
– con il premio internazionale Prix International è stata insignita l’architetta messicana Rozana Montiel (Rozana Montiel | Estudio de Arquitectura) per la sua proficua e valida carriera professionale;
– Christelle Avenier, di Avenier Cornejo Architectes, vince il premio più prestigioso, Le Prix Femme Architecte 2022;
– inoltre, nella stessa categoria, Adeline Rispal, di Atelier Adeline Rispal, vince la Menzione speciale.
Rozana Montiel (Rozana Montiel | Estudio de Arquitectura), Pilares, Iztapalapa, Ciudad de México, 2022. Photo: Sandra Pereznieto.
La giuria, che ha esaminato 1.270 segnalazioni pervenute e i 350 dossier raccolti, era presieduta da Catherine Guyot, secrétaire générale dell’ARVHA e presidentessa di Women in Architecture, e composta da: Elizabeth Gossart, dell’Ordine degli Architetti nazionale francese; Béatrice Auxent, presidentessa di Architectuelles Hauts-de-France; Anne-Françoise Jumeau, vincitrice del premio Femme Architecte 2021; Eléonore Morand, vincitrice del premio Jeune Femme Architecte 2021; Marion Tribolet, menzione speciale del premio Jeune Femme Architecte 2021; Sara Martin Camara, vincitrice del premio OEuvre Originale 2021; Beatrice Mouton, menzione speciale del premio OEuvre Originale 2021; Farshid Moussavi, vincitrice del premio internazionale 2021; Sophie Berthelier, segretaria generale dell’Académie d’Architecture e vincitrice del premio Femme Architecte 2017; Bridget Monro, architetta senior presso RSHP Londra WIA Inghilterra, vicepresidente di WIA UK e vicepresidente della giuria; Anna Ramos, direttrice della fondazione Mies van der Rohe di Barcellona e responsabile dell’assegno di ricerca Lily Reich; Rosalind Tsang, direttrice dello studio BDP e co-presidente del comitato WIA dell’AIANY di New York.
Christelle Avenier (Avenier Cornejo Architectes), 145 housing units + FAM + PMI, Batignolles, Paris, 2016. Photo: ©Sergio Grazia.