Il volume La vida de los edificios. La mezquita de Córdoba, la lonja de Sevilla y un carmen en Granada è una raccolta di saggi critici scritti da Rafael Moneo in epoche e circostanze differenti, in cui analizza e descrive tre edifici storici dell’Andalusia. Due di loro, la Moschea di Cordova e la Lonja di Siviglia, sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il terzo, meno conosciuto ma altrettanto interessante, è una tipica villa urbana con giardino di Granada, el carmen del pittore José María Rodríguez-Acosta (1878-1941), costruito nelle vicinanze dell’Alhambra.

Nel primo saggio, La vida de los edificios. Las ampliaciones de la mezquita de Córdoba − che trae origine da una lezione tenuta all’Harvard Graduate School of Design nel 1977 –, Rafael Moneo presenta la moschea di Cordova come esempio di un’architettura non soltanto manifesto di una determinata epoca storica, ma che varia nel corso del tempo, accogliendo trasformazioni architettoniche impegnative.
Le modifiche – possibili grazie ai chiari princìpi formali insiti nel progetto originario, di autore sconosciuto – sono state realizzate a partire dal primo spazio ipogeo della moschea, costruito nel 785, per poi ampliarlo liberamente, in tutte le direzioni e in periodi diversi, fino al secolo XVI, quando al suo interno si realizza l’attuale Duomo dal caratteristico spazio assiale e sequenziale delle chiese cristiane.

Tavola 18, tratta dal Diccionario histórico de las calles de Sevilla. Tomo III, edito dall’Ayuntamiento de Sevilla y la Consejería de Obras Públicas y Transporte, 1993.

Il secondo saggio El arquitecto Juan de Herrera y el ‘Discurso de la figura cúbica’: la lonja de Sevilla como cubo elementado, nasce come un lavoro commissionato dall’Harvard Graduate School of Design a Manfredo Tafuri e a Moneo, perché analizzassero la Lonja da distinti punti di vista professionali. La prematura scomparsa del critico e storico italiano (1994), “costringe” Moneo ad analizzare l’edificio di Siviglia non solo dal punto di vista architettonico, ma anche da quello critico e “ideologico”.
La Lonja, progettata dall’architetto e matematico Juan de Herrera (1530- 1597), è una costruzione cubica con una corte centrale quadrata, che, a differenza della moschea di Cordova, ha mantenuto nel tempo le sue basi formali originali.
Moneo si concentra sulle teorie che sostengono i princìpi formali del fabbricato, presentandolo come esempio di un’architettura la quale, attraverso le sue geometrie, manifesta l’idea generale del mondo dell’autore. Analizzando fino a che punto un determinato modo di pensare può influenzare la costruzione di un’opera di architettura, Moneo fa riferimento al Discorso della figura cubica, il testo in cui Herrera interpreta le teorie di Raimundo Lulio, un filosofo medievale che vincolava la scienza e la religione al conoscimento.

L’ultimo saggio El carmen de Rodríguez-Acosta en Granada è un’analisi della casa studio del pittore spagnolo, ritenuta da Moneo come una delle opere d’architettura più interessanti realizzate in Spagna in quegli anni. L’origine del testo è il prologo introduttivo a una pubblicazione contenente numerose fotografie scattate dal pittore, che testimoniano le diverse fasi della costruzione dell’edificio. Basandosi su queste foto e sui disegni realizzati dai quattro architetti succedutisi, tra il 1916 e 1930, nella realizzazione dell’edificio, Moneo puntualizza le idee e gli aspetti formali alla base de el carmen, individuando il ruolo di ogni singolo progettista, oltre all’impronta personale lasciata dal pittore proprietario.

I tre saggi, molto diversi tra loro, hanno in comune un’eccezionale lettura critica operata da Rafael Moneo e sono focalizzati su importanti temi architettonici, teorici e culturali che stanno alla base di ogni buon progetto, di ogni epoca: l’importanza e l’influenza delle idee; il peso degli avvenimenti storici e culturali; la predisposizione di alcune opere di architettura alle trasformazioni storiche.