Albizzate è un piccolo paese di circa 5.320 abitanti in provincia di Varese, nella Valle dell’Arno, torrente che lambisce il paese a est. Il paese è attorniato da boschi e il suo cuore si trova nella piazza centrale IV novembre dove vi si trovano i principali edifici pubblici ed istituzionali come il Municipio, la Chiesa di S. Alessandro, la Biblioteca e le Poste, oltre che l’Oratorio visconteo, autentico frammento di architettura romanica con all’interno opere pittoriche del 1300.
Foto: Andrea Ceriani.
Attraverso una prima analisi territoriale abbiamo intuito che piazza IV novembre si trova in un punto strategico della città in un crocevia tra due sistemi lineari di vitale importanza per il paese. L’asse nord-sud che porta dall’ingresso in città dal cimitero di via S. Alessandro attraverso il meraviglioso viale alberati di tigli fino al Parco della Fornace a nord. Il secondo asse, trasversale al primo, connette la Stazione FS a est (collegamento privilegiato alle principali città di Varese e Milano) sino all’area del Mercato a ovest ai limiti del bosco.
Vista assonometrica del progetto.
Il progetto realizzato (la piazza)
La piazza sino ad oggi era un non-luogo indistinto dove predominava lo spazio carrabile e di sosta veicolare. I pochi spazi pedonali e a verde erano di scarsa qualità e in uno stato di degrado e abbandono che non permettevano agli abitanti di godere appieno dello spazio pubblico principale della città.
Le quinte degli importanti edifici rappresentativi della città sono oggi fuori dalla scena urbana quando dovrebbero farne parte in maniera dominante.
Foto: Andrea Ceriani.
Abbiamo lavorato sulle giacenze originarie per non stravolgere lo spazio pubblico.
Ne abbiamo stravolto gli usi.
Due superfici pure, autentiche e chiare: una piazza pedonale e un parco.
Minerale versus naturale.
Il suolo minerale della piazza è concepito come una superficie astratta sulla quale persone e oggetti si possano sentire a loro agio e nella massima libertà di movimento e sosta.
Lo spazio soleggiato e lo spazio all’ombra degli alberi.
Due spazi antitetici ma complementari.
Le stagioni ne arricchiranno colori e usi.
Piazza d’inverno.
Il progetto bocciato: gli oggetti e la Soprintendenza
Il progetto prevedeva puntualmente alcuni oggetti con l’intento di arricchire e ritmare l’ampia superficie in pietra. Tali oggetti puntuali e volutamente “indefiniti” raccontano poeticamente un possibile uso o tentano di farlo intendere. Nell’opera di Massimo Bartolini Casa di Francesca Sorace alcuni oggetti e arredi domestici vengono annegati in un nuovo pavimento rendendo gli stessi oggetti meno riconoscibili ma senza perdere la loro presenza fisica e spaziale. Allo stesso modo abbiamo immaginato superfici ed oggetti che, apparentemente annegati, emergendo dal suolo identificano ambiti, generano movimenti e raccolgono le persone.
È così che ogni punto cardine della piazza viene risolto. L’imponente scalinata del sagrato della Chiesa è ora contrapposta a un volume leggermente inclinato che sembra emergere dal suolo. È una forma pura e semplice che delimita un angolo di sagrato, un limite fisico dove le persone si possono raccogliere all’uscita dalla chiesa e durante le manifestazioni religiose.
L’oratorio visconteo è ora cintato sul fronte principale da un parapetto che ne perimetra un ambito chiaro e definito, quasi a proteggerlo. Una forma a semicerchio che fa il verso all’abside retrostante dell’Oratorio, quasi a completarne la forma.
Nel vertice dove si incontrano il suolo della piazza e l’angolo della Ca’ Taverna (sede del Municipio) compare una scalinata la cui posizione e verso di percorrenza volutamente coinvolgono la gente a percorrerla con lo sguardo volto verso l’antica fonte sul muro che delimita il parco.
Come spesso accade negli ambiti urbani storici italiani il progetto ha dovuto confrontarsi con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici la quale ha negato la realizzazione degli oggetti: “Il progetto non pare porsi in un’ottica di valorizzazione degli importanti monumenti del centro mantenendo indistinto lo spazio antistante, interrotto solo da singoli oggetti ‘d’inciampo’ del tutto indifferenti al carattere delle architetture prospicienti, in un evidente carenza di lettura dell’evoluzione dello spazio storico”.
Gli oggetti progettati.
Il progetto nel progetto: il muro e la scalinata
Tra gli obiettivi di progetto che l’amministrazione riteneva più opportuno risolvere vi era il muro di separazione tra la Piazza e i campi sportivi retrostanti il muro stesso.
La demolizione di una porzione significativa del muro ha permesso di intravedere dalla Piazza i campi sportivi che, grazie alla loro frenetica attività quotidiana, hanno portato vita alla scena urbana.
La demolizione del muro ha suscitato in alcuni cittadini una certa preoccupazione e il sindaco e la giunta non erano più sicuri del progetto di demolizione.
Foto: Andrea Ceriani.
È stato utile cambiare il punto di vista da cui stavamo guardando il problema. Attraverso una prospettiva a volo di uccello si rendeva evidente ciò che pareva essere solo un’intuizione.
Al di la del muro si apre uno dei sistemi urbani più vivi della piccola cittadina, l’oratorio. Attivare quel fronte avrebbe permesso di aprire alla città un rapporto tra due sistemi urbani vitali: la piazza e l’oratorio.
Attraverso una potente scalinata in calcestruzzo e una recinzione che filtra e apre abbiamo attivato il bordo. Ora le persone posso sedersi, radunarsi e chiacchierare mentre guardano divertirsi i bambini giocare nella fontana che da vita alla superficie minerale che fronteggia la scalinata.
Foto: Andrea Ceriani.
Il progetto in attesa: il parco
A causa di alcune ristrettezze economiche il Comune ha deciso ad oggi di non proseguire con i lavori.
Rimaniamo in attesa dunque del parco convinti che tanto era importante la piazza minerale, luogo di incontro per eccellenza, tanto è fondamentale il parco.
Solo con la realizzazione del parco si raggiungerà un equilibrio tra natura e ambiente urbano capace di bilanciare gli usi dei due spazi lungo tutto il periodo dell’anno, dando ai cittadini e visitatori la possibilità di scaldarsi d’inverno sul suolo minerale e rinfrescarsi d’estate all’ombra degli alberi
Vista del progetto con gli alberi.