Fino al 10 marzo, il Mudec, grazie alla collaborazione con il Museo Rodin di Parigi, presenta al pubblico la mostra Rodin e la danza, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura con Institutional Partner Fondazione Deloitte.
La mostra racconta mediante un progetto inedito il fascino e il forte imprinting creativo che la danza ebbe su Auguste Rodin, mostrando allo spettatore come da un lato la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, e dall’altro come la danza contemporanea trova ancora oggi ispirazione dall’artista attraverso le sue opere “danzanti”. Il percorso espositivo diviene occasione per fare un viaggio nel mondo della danza, grazie a una selezione video riferita alla coreografia contemporanea e ad artisti che hanno tratto ispirazione da Rodin per le loro rappresentazioni.
L’allestimento della mostra, a cura dello studio di design Dotdotdot, utilizza le stanze del museo come un ambiente teatrale, creando quinte sceniche con pieni, vuoti e tessuti trasparenti evanescenti che si alternano a pannelli di cartongesso grezzo e video proiezioni; l’allestimento cerca di costruire un dialogo poetico tra visitatore e le opere in un crescendo emozionale, che si conclude con un’installazione interattiva, dove il visitatore stesso diventa protagonista.
Rodin e la danza, Mudec. Foto di Carlotta Coppo.
La mostra si articola in tre sezioni curate rispettivamente da Aude Chevalier, conservatrice del dipartimento di sculture del Museo Rodin, Cristiana Natali, docente di Antropologia dell’Asia meridionale, Antropologia della danza e Metodologie della ricerca etnografica presso l’Università di Bologna ed Elena Cervellati, professoressa associata di Storia della danza e Teorie e pratiche della danza presso il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
“Mouvements de danse”. Rodin e la danza del suo tempo
La prima sezione della mostra è dedicata al mondo delle danzatrici, che permise a Rodin di rappresentare al meglio la possibilità di movimento che il corpo umano rivela attraverso la danza, intesa come massima espressione corporea nell’arte plastica e scultorea.
Al centro della sala vengono presentate quindici piccole, e rare, statuette in terracotta della serie Mouvements de danse. Ognuna di esse raffigura un passo, una “figura” di danza in cui molti ballerini potrebbero ritrovare ancora oggi una posizione fondamentale. Ogni scultura è stata modellata per essere vista da più angolazioni, come se la posizione fosse in realtà lo scatto di un unico movimento fluido fatto di “figure” di danza infinite; questo era per Rodin uno studio sperimentale del movimento fatto attraverso il materiale modellabile per eccellenza, la terracotta, che in alcuni punti ancora lascia intravvedere le impronte digitali del suo artista.
Per comprendere al meglio il contesto di avanguardia che ispirò l’artista, vengono esposte in mostra fotografie d’epoca e video delle danzatrici Loïe Fuller e Isadora Duncan, in dialogo con le versioni scolpite dei movimenti di danza di Rodin.
Nella sala, una selezione di disegni di ballerini estende su carta il lavoro sperimentale fatto dall’artista attraverso le statue. Infine, alcune sculture in marmo presenti in questa sezione di mostra – Obsession, Danseuse debout, Le pied dans la main, Les Bénédictions – mostrano come l’interesse di Rodin per la danza non sia stato solo un passatempo, ma una vera e propria ispirazione creativa.
Auguste Rodin, Movimento di danza A con testa della Donna slava, 1911. Terracotta, 29,2 x 7,9 x 14,8 cm, Parigi, Musée Rodin ©agence photographique du musée Rodin – Jérôme Manoukian.
Auguste Rodin, Movimento di danza D con testa della Donna slava, 1911. Terracotta, 33,5 x 9,5 x 10,4 cm, Parigi, Musée Rodin ©musée Rodin – photo Christian Baraja.
Influenze dall’Estremo Oriente. Cambogia, Giappone e altri orizzonti
La seconda sezione della mostra pone l’attenzione sul rapporto che Rodin ebbe con la cultura del sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana e in ambito performativo e teatrale.
Con l’Esposizione Universale del 1900 arrivarono a Parigi delegazioni da ogni parte del mondo con le loro pratiche performative studiate e poi ritratte dai più famosi artisti del tempo, tra cui Rodin stesso.
Nella sala è possibile ammirare una selezione di oggetti provenienti da collezioni museali etnoantropologiche italiane (es: stampe, sculture di piccole dimensioni, strumenti musicali, marionette e ombre), testimonianze video, estratti di film e di documentari, sia riferiti alle danzatrici che Rodin incontrò durante la sua vita e la sua carriera, sia legati alla cultura cambogiana e alle sue danze.
L’importanza della danza nella cultura cambogiana e la sua influenza sulla creazione di Rodin sono mostrate nei cinque disegni originali di Rodin di danzatrici cambogiane, insieme a una selezione di altri venti disegni, visualizzati su uno schermo interattivo.
Un’ultima sottosezione della sala racconta l’interesse di Rodin per l’arte drammatica giapponese attraverso la sua ammirazione per la danzatrice giapponese Hanako, che disegnò e scolpì dal 1906 (data della mostra coloniale di Marsiglia).
Auguste Rodin, Danzatrice cambogiana di profilo rivolta a sinistra, 1906. Grafite e acquerello su carta Velin d’Arches, 29,9 x 20,7 cm, Parigi, Musée Rodin ©musée Rodin – photo Jean de Calan.
Auguste Rodin, Maschera di Hanako, tipo E, 1907-08, circa. Gesso, 13,5 x 15,8 x 18,2 cm Parigi, Musée Rodin ©agence photographique du musée Rodin – Pauline Hisbacq.
Rodin e la danza del nostro tempo. Suggestioni scultoree nelle creazioni della coreografia contemporanea
La terza sezione è dedicata ai legami formali e artistici di sette capolavori di Rodin (Il pensatore, L’Età del Bronzo, Donna accovacciata, Idolo eterno, Jean de Fiennes, L’uomo che cammina, Il risveglio) e sei coreografie messe in scena tra il 1990 e il 2021: Jaillissements. Isadora Duncan et Auguste Rodin, coreografia di Elizabeth Schwartz (1990); Rodin, Her Eternal Idol, coreografia di Boris Eifman (2011); Viaggio nella sensualità. Anna Halprin incontra Rodin, coreografia di Anna Halprin (2014); Rodin, coreografia di Julien Lestel (2021); Dark Red – Beyeler, coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker (2021); Naturans – su Auguste Rodin, coreografia di Alessandra Cristiani (2022).
Al visitatore è mostrata come la libertà di espressione delle pose dei Mouvements de danse (prima sala della mostra) ha contaminato anche la più recente sperimentazione artistica.
Julien Vallon, M.A.G., Musée Rodin – Serie di 5 Marie-Agnès Gillot e il “Figlio di Ugolino” di Rodin (gesso), 2018. Stampa a getto d’inchiostro su carta puro cotone, 53 x 40 cm Parigi, Musée Rodin ©Julien Vallon.
Florin Ion Firimita, Senza titolo #2 (Megan Klamert), 2019. Stampa cromogenica, 43,2 x 28 cm Parigi, Musée Rodin ©Florin Ion Firimita.
Il catalogo della mostra Rodin e la danza, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.