È in corso, presso Triennale Milano, una affascinate ed esauriente rassegna, omaggio all’opera artistica di Saul Steinberg (1914-1999) e al suo importante rapporto con la città meneghina.
Steinberg, romeno di origine ebraica, arriva a Milano nel 1933 e vi rimase fino al 1941, quando, espulso per “motivi razziali”, emigra negli Stati Uniti; nel frattempo, si laurea alla Facoltà di Architettura del Regio Politecnico, stringe diversi rapporti di amicizia con alcuni protagonisti del mondo culturale cittadino e inizia il proprio percorso artistico, segnato da prime collaborazioni con alcune riviste satiriche degli anni Trenta, tra cui “Il Bertoldo” e il “Settebello”.
Saul Steinberg, Via Ampere 1936, 1970, matita e matite colorate su carta. Pubblicato in origine su “The New Yorker”, 7 ottobre 1974. Su gentile concessione MIC – Biblioteca Nazionale Braidense, Milano ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Sono sicuramente anni intensi e non affatto banali per il giovane Steinberg, che coincidono con la sua formazione artistica e personale e che, anche se fanno parte di un periodo storico assai difficile per l’Italia e il resto del mondo, l’artista romeno citerà sempre con un certo piacere e molta benevolenza: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai”.
Saul Steinberg, Galleria di Milano, 1951. Inchiostro, matita grassa e acquerello su carta. Collezione privata ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Così, l’esposizione milanese, oltre a documentare la vasta produzione di un grande artista riconosciuto a livello internazionale, grazie ai suoi numerosi lavori di grafica e illustrazione realizzati a New York (come non ricordare le sue iconiche copertine per il “The New Yorker”), non poteva di certo dimenticare il legame di Steinberg con Milano e con alcune altre città italiane (Venezia, Capri).
Saul Steinberg, Cover of “The New Yorker”, Mar. 29, 1976 ©The Saul Steinberg Foundation /Artists Rights Society (ARS), New York. Cover reprinted with permission of “The New Yorker” magazine. All rights reserved.
La rassegna presenta attraverso circa 350 opere originali – disegni realizzati con l’ausilio di diversi mezzi tecnici espressivi (a matita, a penna, a pastello, ad acquerello, con timbri, ecc.), maschere di carta, oggetti, sculture, collage, stoffe –, corredate da un altrettanto vasto apparato iconografico (fotografie, riviste, documenti, tra cui anche un Mobile del suo amico Alexander Calder), la ricca e poliedrica attività artistica di Steinberg.
Saul Steinberg, Senza titolo, 1949-54, inchiostro e matita su carta. The Saul Steinberg Foundation, New York ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Il “pezzo speciale” della rassegna sono i quattro leporelli (mostrati qui in anteprima, facenti parte della donazione da parte della Fondazione Saul Steinberg alla Biblioteca Braidense) disegnati da Steinberg appositamente per Milano. Si tratta di quattro disegni preparatori, “ciascuno composto da una striscia di carta piegata a fisarmonica lunga fino a 10 metri, che, una volta ingranditi fotograficamente, vennero incisi con la tecnica a ‘sgraffito’ sui muri curvi del Labirinto dei ragazzi”, progettato dallo studio BBPR per la decima Triennale di Milano del 1954.
Saul Steinberg, Senza titolo, 1954, inchiostro su matita su carta. The Saul Steinberg Foundation, New York ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Sono presenti in mostra anche altre opere di Steinberg dedicate alla città di Milano, tra cui quelle disegnate negli anni Settanta, a testimonianza di alcuni luoghi della sua quotidianità milanese, trascorsa, per lo più, nel quartiere di Città Studi. La Milano steinberghiana è una città in movimento, viva, formata da edifici “moderni” e novecenteschi (una latteria, una chiesa, ma anche la galleria Vittorio Emanuele), abitata da gerarchi fascisti, che si salutano tra di loro, donne alte che attraversano la strada e uomini bassi che sfrecciano in bicicletta, da una coppia di carabinieri, diversi camerieri e uomini che gesticolano più o meno animatamente.
Saul Steinberg, Woman Seated, 1950-51, inchiostro e pastello su carta vergellata. The Saul Steinberg Foundation, New York ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Saul Steinberg Milano New York, però, non è dedicata solo a Milano, perché il mondo straordinario dell’artista romeno è costituito da molteplici città immaginarie, collage di personali fantasie architettoniche, in cui i paesaggi urbani, riconducibili ai modi di vita americani, sono composti da cupole “palladiane”, grattacieli, case alte che ricordano le architetture di Louis Sullivan, insegne pubblicitarie, tante automobili e persone che camminano sui marciapiedi.
Saul Steinberg, Senza titolo, 1953, inchiostro su carta. Su gentile concessione MIC – Biblioteca Nazionale Braidense, Milano ©The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York.
Accompagna la mostra, curata da Italo Lupi, Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari, il libro Steinberg A-Z, edito dall’Electa. Impostato come una specie di grande “dizionario” contemporaneo, il volume analizza i molteplici aspetti dell’opera di Steinberg, “dall’architettura al disegno, dal rapporto con Milano a quello con New York, alle mappe, all’epistolario con Aldo Buzzi, agli artisti che gli furono amici e compagni come Costantino Nivola e Alexander Calder, ma anche Alberto Giacometti e Le Corbusier”.
Evelyn Hofer, Saul Steinberg with his hand, New York, 1978 ©Estate of Evelyn Hofer.