Presso il museo Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è stata inaugurata da pochi giorni la mostra Surrealismo e magia. La modernità incantata, un progetto espositivo organizzato in collaborazione con il Museum Barberini di Potsdam.
Curata di Gražina Subelytė, Associate Curator della Collezione Guggenheim, la rassegna veneziana è la prima a livello internazionale a indagare e illustrare il grande interesse dei pittori surrealisti per la magia, l’esoterismo, la mitologia e l’occulto.

Victor Brauner, Il surrealista, 1947, olio su tela, 60 x 45 cm. Peggy Guggenheim Collection, Venice (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) ©Victor Brauner, by SIAE 2022.

Attraverso una sessantina di opere – tra cui i lavori di Victor Brauner, Leonora Carrington, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico, Paul Delvaux, Maya Deren, Óscar Domínguez, Max Ernst, Leonor Fini, René Magritte, Roberto Matta, Wolfgang Paalen, Kay Sage, Kurt Seligmann, Yves Tanguy, Dorothea Tanning e Remedios Varo – la mostra affronta i numerosi modi in cui la magia e l’occulto hanno contraddistinto lo sviluppo del Surrealismo, a partire dalla Pittura metafisica di de Chirico, datata intorno al 1915, fino a dipinti iconici quali La vestizione della sposa (1940) di Ernst o Gli amanti (1947) di Brauner.

Max Ernst, La vestizione della sposa, 1940, olio su tela, 129,6 × 96,3 cm. Peggy Guggenheim Collection, Venice (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) ©Max Ernst, by SIAE 2022.

“Trovo incredibile che nel momento storico che stiamo vivendo, ci siano così tanti parallelismi con gli anni in cui si è sviluppato il Surrealismo. Di fronte all’insensata realtà delle due guerre mondiali, i surrealisti si sono rivolti al mondo interiore, ai sogni, all’inconscio e alla magia e alchimia cercando modi alternativi di comprendere l’universo. Per loro la magia diviene il lasciapassare per una rinascita culturale e spirituale post-bellica, che permette di raggiungere l’obiettivo di una rivoluzione totale, soprattutto una trasformazione individuale che diventa il mezzo con cui cambiare il mondo. Credo che oggi più che mai si possano trovare parallelismi con la nostra epoca, segnata dall’angoscia pandemica, dalla crisi climatica e dalle guerre”, ha affermato durante l’inaugurazione la curatrice.

Foto: Matteo De Fina. Courtesy of Peggy Guggenheim Collection.

Fa parte degli apparati espositivi anche il cortometraggio La culla della strega (The Witch’s Cradle, 1943) opera incompiuta della regista d’avanguardia americana, di origine ucraina, Maya Deren.
Accompagna l’esposizione il volume-catalogo Surrealism and Magic. Enchanted Modernity, edito da Prestel Publishing, di oltre 270 pagine e con saggi di Susan Aberth, Will Atkin, Helen Bremm, Victoria Ferentinou, Alyce Mahon, Kristoffer Noheden, Gavin Parkinson, Gražina Subelytė e Daniel Zamani.

Foto: Matteo De Fina. Courtesy of Peggy Guggenheim Collection.