L’iniziativa The Tokyo Toilet prende avvio nel 2020 in concomitanza con le XXXII Olimpiadi, chiamate anche Tokyo 2020, che, poi, a causa della pandemia di Covid-19, si sono svolte l’anno successivo, nell’estate del 2021, in gran parte senza la presenza del pubblico.
Nello specifico, il progetto TTT riguarda il ridisegno di 17 bagni pubblici di Shibuya – uno dei 23 quartieri speciali, situato nella parte orientale di Tokyo – per mano di 16 architetti, designer e direttori creativi – Tadao Ando, Shigeru Ban, Sou Fujimoto, Toyo Ito, Masamichi Katayama, Junko Kobayashi, Kengo Kuma, Fumihiko Maki, Marc Newson, NIGO®, Miles Pennington, Takenosuke Sakakura, Kashiwa Sato, Kazoo Sato, Nao Tamura, Tomohito Ushiro –, tra cui alcuni tra i più rinomati progettisti giapponesi.
Sebbene in Giappone i bagni pubblici abbiano uno standard igienico molto elevato, rispetto a gran parte del resto del mondo, sembra che, tuttavia, il loro uso sia abbastanza limitato a causa di alcuni pregiudizi comuni che li trovano bui (kurai), sporchi (kitanai), maleodoranti (kusai) e spaventosi (kowai), secondo i cosiddetti “4K”. A questa situazione, e anche con lo scopo di rendere accessibili a tutti le 17 toilette della capitale, “indipendentemente da sesso, età o disabilità”, hanno cercato di ovviare, ormai possiamo dirlo, con successo, The Nippon Foundation e il governo della città di Shibuya.
I servizi igienici sono stati costruiti con grande cura e presentano un campionario molto interessante di architetture contemporanee sul tema, oltre che un primo passo concreto “verso una società che abbraccia la diversità”.
Quasi tutti i progettisti hanno cercato di realizzare “qualcos’altro” oltre a un “semplice” bagno pubblico, attraverso l’attribuzione di nuove funzioni collettive alle loro opere, quali luoghi di sosta, di riposo e meditazione, aperte al quartiere e ai visitatori. Molte toilette si presentano esteriormente bianche, probabilmente perché questo colore viene associato alla pulizia; inoltre, diversi bagni traggono riferimenti negli esempi tradizionali dell’architettura giapponese o dal loro rapporto con gli elementi naturali, la luce, il vento, la matericità, dell’ambiente circostante. Siamo di fronte anche a piccoli e puntuali esempi di rigenerazione urbana.
Quello che è certo è che il progetto rappresenta un esempio unico, che va oltre le singole 17 architetture realizzate, offrendoci un piccolo, prezioso spunto sul modo di vivere nella società giapponese: lo spirito dell’ospitalità nei confronti del prossimo, il rapporto con la città e la natura, il senso del “bene comune” e della responsabilità, la pulizia.
Recentemente, i bagni pubblici di Shibuya, inaugurati tra il 2020 e il 2023, sono saliti agli onori della cronaca mondiale grazie soprattutto al successo di Perfect Days, film girato da Wim Wenders, in cui descrive la vita quotidiana di uno degli addetti alle pulizie dei 17 bagni, che svolge il proprio lavoro con molta passione e professionalità.
“Piccoli santuari di pace e dignità”, così li ha definiti il regista tedesco, ed effettivamente visti da fuori, con gli occhi di un europeo, sembrano proprio così, anche se non è del tutto chiaro perché un progetto simile non potrebbe vedere la luce anche qui.
I servizi igienici sono stati pensati e realizzati a essere utilizzati per un lungo periodo di tempo. La loro pulizia è suddivisa in tre categorie: quotidiana, eseguita tre volte al giorno; regolare, attuata una volta al mese; speciale, realizzata una volta all’anno. Inoltre, i 17 bagni pubblici vengono ispezionati ogni mese da un consulente esterno.
The Tokyo Toilet si impegna a migliorare le proprie operazioni, alla ricerca dell’efficienza e dei migliori metodi di pulizia, fino a quando nel marzo 2024 la manutenzione e la gestione saranno trasferite alla municipalità di Shibuya.