Il libro raduna i temi, le lezioni e i progetti del Laboratorio di Progettazione Architettonica 1 tenuto da Vittorio Prina presso la Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano nell’anno accademico 2017-2018.
La sintesi delle lezioni teoriche di Composizione Architettonica e Urbana e i risultati progettuali elaborati dagli studenti durante l’intero anno accademico sono incorniciati, nel testo, dalla narrazione personalissima delle sensazioni che precedono e seguono le giornate in aula, efficace controcampo tra l’attività del corso d’insegnamento così com’esso si manifesta pubblicamente in sede universitaria e le emozioni suscitate o riflesse nell’animo del docente responsabile dello stesso.
Queste “percezioni finissime” per definire con Musil quanto l’autore – che titola libro e capitoli interni proprio con alcuni dei capitoli dell’Uomo senza qualità di Robert Musil – va descrivendo avvenga nel suo animo, sono le parti personali, addirittura private, che Prina decide di confessare con sincerità non comune: “una serie di strane e meravigliose vicende”, di solito eluse nei testi accademici, che invece qui contribuiscono molto all’interesse del lettore.

Veduta del Laboratorio di progettazione durante una revisione collettiva. Foto ©Vittorio Prina.

Prina, che è architetto ed esperto di cinema, conosce bene le tecniche del montaggio cinematografico, le applica nelle sue architetture costruite, nelle sue lezioni teoriche in aula (come si deduce dal libro) e nella composizione di questa pubblicazione: che altro non è che un’altra delle sue architetture sotto forma di scrittura però, dove il montaggio narrativo gerarchizza nuclei di relazioni interdipendenti (percezioni, lezioni, descrizioni e descrizioni di descrizioni) nell’edificio complessivo del libro.
Di fatto, se le pagine personali sono quelle che risaltano naturalmente proprio per la loro autenticità di rarità pregiate, anche le parti più espressamente teoriche e quelle dedicate all’illustrazione degli elaborati degli studenti (davvero non da primo anno!) non sono certo meno personali delle altre, ne hanno solo diversa apparenza: l’interpretazione dei maestri (di architettura, pittura e cinema) proposta è infatti una lettura soggettiva (quand’anche allineata con le interpretazioni correnti) di vicende artistiche dal punto di vista dell’autore, come le relazioni dei progetti pubblicati sono traguardate sotto lo stesso scorcio prospettico; altri avrebbe potuto illuminare, sotto una diversa luce critica, differenti vedute: come potrebbe, del resto, essere altrimenti?

Ridisegno a mano libera, da parte di uno studente, della foto aerea dell’ambito urbano di progetto.

Così, se si considerano tutte le personalissime (private, teoriche e didattiche) avventure architettoniche narrate nel testo, ci si accorge infine di sostare di fronte non soltanto ad appunti per lezioni di un corso universitario ma anzitutto all’autobiografia intellettuale delle idee dell’uomo non senza qualità che queste avventure, se non vissute, le ha ponderatamente compendiate nell’anno cinquantanovesimo del corso esistenziale della sua mente e poi date alle stampe.

Genova, novembre 2018